7 Marzo 2021 - 19:21 . Piazza Bologna . Personaggi
Norina Sarlo, la filosofia del riciclo dell’artista napoletana “adottata” dal quartiere
“Sono una persona che odia gli sprechi e ho una cultura ecologista. E ho riportato tutto questo anche nella mia attività”. Se passate a via Michele di Lando, vicino al mercato di piazza dei Vespri Siciliani, non potete non vedere la sua bottega. Norina Sarlo è dal 2017 che è li con Naturidea, una bottega artistica particolare. Che racconta bene la sua storia.
“Sono napoletana e mi sono trasferita nella Capitale nel 2001, appena laureata in Giurisprudenza per fare un master – racconta Sarlo -. Ho lavorato poi per anni come legale interno di una grande azienda per 15 anni, fino al 2016. Nel frattempo mi sono spostata, ho avuto tre figli e col passare del tempo ho iniziato a risentire di questi tanti impegni”. Ecco allora che cominci a a covare dentro di sé qualcosa: “Nel 2015, alla soglia dei 40 anni, ho cominciato a ripensare alla mia vita – ammette -. Da tempo soffrivo di un senso di frustrazione. Il lavoro mi piaceva, così come l’ambiente, ma una parte di me si sentiva soffocata“.
Ecco allora l’occasione: “Mi sono chiesta come fare e alla fine però ho acquistato questo locale vicino casa mia, mi sono presa un anno di aspettativa dal lavoro e ho iniziato a ristrutturarlo da sola, grazie agli insegnamenti di mio padre. E nel 2017, ad ottobre, ho dato via a questa nuova attività basata sul dare una nuova vita a cose che si trovano in natura o che altri butterebbero”.
Per Sarlo tutto si incentra sul riciclo: “Ad esempio un vassoio può diventare una base di un quadro tridimensionale, oppure un vaso rotto viene ricostruito e decorato con mattonelle trovate sulle spiagge, sassi che diventano opere di un quadro, così come cortecce o ghiande diventano parte delle mie opere”. E questa è una filosofia anche di vita: “Ho fatto una tesi di laurea sulla tutela giuridica degli animali, comparando i vari ordinamenti giuridici nel mondo, perché penso che quella antropocentrica sia una visione sbagliata. C’è stata una sopraffazione dell’uomo sugli animali, per questo voglio cercare di ridurre al minimo l’impatto ambientale di me e della mia famiglia. Un principio che porto anche nel mio lavoro, riciclando i materiali. E sono tante le persone che mi portano questi materiali che altrimenti finirebbero in discarica”.
Ora è diventata anche un riferimento per gli abitanti di zona. Un quartiere, quello del Nomentano, che ora le calza a pennello: “Dal 2002 abito qui, prima vicino alla Sapienza e poi proprio nella via dove lavoro. Venendo da Napoli lo choc non è stato grande, anzi. Ho trovato un livello di civiltà superiore, anche se poi la situazione negli anni è peggiorata. Era un quartiere d’élite, oggi invece c’è stato un appiattimento verso il basso. Ho faticato ad adattarmi al modo di fare dei romani, cordiali tanto da dare del tu fin da subito. Oggi però non è così. Ho trovato pian piano i lati positivi, perché sono fatta così, cerco sempre il lato positivo delle cose e delle persone. La gente mi piace sempre di più. Mi trovo bene con chi abita in zona, e poi adoro il verde che c’è nel quartiere. Insomma oggi è casa mia, davvero. Non tornerei più indietro“.
GUARDA Che stanno facendo di CommunityBook