1 Febbraio 2021 - 10:25 . montesacro . Cronaca

Non tutti i medici di Roma somministreranno i vaccini: “Procedura difficile”

Vaccini anticovid (foto dalla pagina Facebook della Asl Roma 1)
Vaccini anticovid (foto dalla pagina Facebook della Asl Roma 1)

Quando il vaccino anti-Covid sarà disponibile nelle dosi necessarie a Roma, si porrà l’urgenza di avere il maggior numero possibile di centri di somministrazione. In questa fase, i medici di base saranno un punto di riferimento fondamentale. Molti di loro, però, hanno già annunciato che non risponderanno alla “chiamata alle armi” della Regione, a causa delle difficoltà organizzative e della complessità delle procedure richieste per poter somministrare i vaccini.

Più possibilista la dottoressa Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma, la quale spiega che in fondo “si tratta dei normali requisiti necessari per ogni corretta campagna di vaccinazione, non solo per il Covid”. “Rimane però l’incognita – precisa – di quale vaccino riceveremo, se Pfizer o AstraZeneca o Moderna, e come dovremo smaltirlo”. E aggiunge: “Riceviamo decine di telefonate di pazienti che chiedono quando potranno effettuare il vaccino, ma non sappiamo cosa rispondere. Stiamo ancora aspettando che la Regione ci comunichi quando arriveranno le dosi del vaccino e quando potremo iniziare. Al momento è tutto fermo, perché le dosi non arrivano”.

Dal primo febbraio, comunque, dovrebbero prendere il via le prenotazioni per il vaccino per gli over 80 che sarà somministrato o in uno degli hub della Regione (nella Asl Roma 1 dovrebbero essere 16, non ancora localizzati) a partire dall’8 febbraio o dal proprio medico.

I dottori di medicina generale possono aderire volontariamente alla manifestazione di interesse per la somministrazione del vaccino. Ma per poter offrire questo servizio devono rispondere a una serie di requisiti, specificati nella manifestazione di interesse che i dottori devono compilare e inviare alla Asl.

La manifestazione di interesse per i medici di base

Per somministrare i vaccini è necessario dichiarare anche “di avere conoscenza delle procedure di sicurezza per la gestione dei dispositivi di protezione individuale e dei rifiuti speciali derivanti da tale attività; delle procedure per la corretta effettuazione delle vaccinazioni secondo le specifiche redatte dalle rispettive case produttrici ed approvate dallEma ed Aifa; delle procedure per la gestione di eventuali eventi avversi connessi alla vaccinazione (ad esempio la conoscenza tecniche di basic life support)”.

I requisiti richiesti ai medici di base

I dubbi dei medici

Le incertezze, dunque, non mancano. A tal punto da spingere diversi medici di Roma Nord a non aderire alla manifestazione di interesse. Il nostro studio non parteciperà alla campagna di vaccinazione — fanno sapere dallo studio medico Parioli di via Giovanni Antonelli — la procedura è troppo complessa. Le maggiori difficoltà sono legate, non solo al trasporto e alla conservazione dei sieri, ma anche alla riconsegna delle fiale utilizzate”.

Un medico di base del Nuovo Salario, che preferisce restare anonimo, fa sapere che non somministrerà vaccini anti-Covid nel suo ambulatorio. “Alle condizioni poste è impossibile — spiega— prima di tutto per una questione di sicurezza. Ma poi ci sono costi ulteriori per lo smaltimento delle fiale in quanto rifiuti speciali”.

“Non aderirò — gli fa eco un medico di viale Jonio, zona Montesacro — perché l’organizzazione è eccessivamente complessa. Siamo costretti ad andare a ritirare le dosi al Policlinico e i tempi per somministrarle sono stretti, non possiamo conservarne una scorta”.

“Al momento non ho ancora deciso” rivela, invece, Roberto Orlandi, medico di base di via Ivanoe Bonomi. L’organizzazione intorno alla somministrazione dei vaccini anti-Covid per ultra ottantenni lo lascia molto perplesso. “Io le dosi al Policlinico o all’Oftalmico o a Santa Maria della Pietà non andrò mai a prenderle. Diverso sarebbe se istituissero un punto di raccolta qui a Montesacro“.

Ma c’è anche chi è pronto a dare la propria disponibilità, pur avendo ancora molti dubbi sulla procedura: “Aderirò anche se le incognite da chiarire sono ancora tante. Una su tutte? La conservazione dei vaccini” dichiara Pierluigi De Blasi, medico del Trieste-Salario che ha lo studio in via Monterotondo 14, tra piazza Vescovio e Villa Chigi.

Non si tira indietro nemmeno Maurizio Monacelli, medico di base di via Tacito 7 a Prati. “Non ho ancora ricevuto il documento per esprimere la manifestazione dinteresse, ma quando arriverà farò di tutto per aiutare”.

LEGGI la lettera di Alberto Licata sulla fase due della campagna di vaccinazione