3 Febbraio 2021 - 13:36 . Piazza Bologna . Cultura
La storia del murales di piazza Bologna dedicato a Falcone e Borsellino
Un simbolo del Paese nel cuore di piazza Bologna. Il murales di Falcone e Borsellino è lì, davanti alla meridiana, a ricordare che della mafia bisogna parlare. Alla radio, in televisione e sui giornali. Inaugurato il 19 luglio 2017, ritrae i due magistrati uccisi dalla mafia. L’opera si ispira alla celebre immagine del fotografo siciliano Tony Gentile, che immortala i due eroi in un momento di confidenza. Il primo ucciso il 23 maggio 1992 con la moglie e gli agenti della scorta a Capaci; il secondo assassinato pochi mesi dopo in un attentato il 19 luglio in via D’Amelio. Furono atti criminosi che fermarono l’Italia, scossa da due stragi che colpivano la parte più sana del proprio tessuto umano e sociale.
L’opera è di Paolo GOJO Colasanti, classe 1984, artista e writer mosso dalla volontà di produrre arte pubblica in dialogo con il contesto architettonico e paesaggistico in cui si inserisce. Nel suo lavoro il punto di fusione con il territorio risiede proprio nella narrazione dei suoi miti fondanti.
“La speranza è che di mafia si parli sempre perché la memoria serve ad avere una coscienza civile e sociale”. Sono le parole con cui la presidente Francesca Del Bello inaugurò il murales quasi due anni fa. Parole più che mai attuali: “Piazza Bologna è un simbolo della lotta alla mafia. Da un lato ricorda i giudici Falcone e Borsellino, dall’altra qui sono state chiuse alcune attività conniventi con la mafia”.