Nomentana
Francesco Procopio e l’amore per il quartiere
di Daniele Petroselli
Tanto teatro ma anche televisione. Francesco Procopio è un attore ormai conosciuto dal pubblico italiano (da “Si accettano miracoli” a “Caccia al tesoro“, passando per “Arrivano i prof.“, “L’uomo senza gravità“, “L’allieva” e “Un posto al Sole“). Nato a Napoli, da anni però è diventato un “figlio” del Nomentano: “Sono quasi 12 anni che abito vicino a piazza Bologna – racconta -. Come attore ho seminato molto sulla mia città natale e per questo qui a casa ci sono poco. Soprattutto all’inizio l’ho vissuto poco il quartiere, ma negli anni sono riuscito a crearmi amicizie e a conoscere davvero il posto dove abito”.
Un quartiere, quello del Nomentano, dove comunque si è trovato a suo agio in tutti i sensi: “Vedo che ci sono spazi interessanti per poter fare teatro. E’ un quartiere che mi piace molto, offre tanti servizi ed è aperto alla cultura, con diversi teatri. In più so che dovrà nascere una galleria culturale-biblioteca nell’ex deposito Atac. Quindi c’è grande attività e questo mi piace”.
Procopio però, nei ritagli di tempo che gli concede il suo lavoro, ama scoprire il suo quartiere: “Napoli non è generosa in termini di spazi verdi, tolti alcuni posti iconici della città come Capodimonte e Villa Floridiana, mentre qui sono circondato da luoghi dove rilassarsi all’ombra di qualche albero. Villa Torlonia per me è un posto bellissimo, anche se un po’ trascurato negli ultimi anni, ma che resta una meraviglia. Ed è qui che mi piacerebbe fare degli spettacoli itineranti ogni primavera-estate. Ci penso spesso con alcuni amici del quartiere e chissà che in futuro, magari dopo questo periodo così complicato, non si possa fare”.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha colpito fortemente il mondo del teatro e del cinema. E Procopio, come tanti altri attori, ha subìto in maniera significativa questo stop: “Sono in apnea artistica. Ero in scena al teatro Ghione a marzo dello scorso anno e da allora ci siamo fermati. Teatralmente parlando i battenti sono chiusi ormai da un anno. E sono tra quelli che pensa che non si possa aprire il teatro in maniera parziale, perché la caratteristica del teatro non lo consente. Non credo neanche negli spettacoli streaming, perché esistono già le alternative. Il teatro va vissuto dal vivo e tranquillamente. Inoltre anche dal punto di vista economico sarebbe inutile, perché non riusciremmo a pagarci neanche le spese con gli incassi. Speriamo davvero tutto finisca a breve e si possa tornare a respirare l’aria del teatro. Il lockdown mi ha fatto prendere una pausa che forse ci voleva, visto che faccio questo mestiere ininterrottamente da quando sono ragazzo. Ma ora mi manca tutto questo. E’ bello vivere le giornate in teatro, a presentare gli spettacoli e vedere le reazioni del pubblico. Dopo il Covid avremo di sicuro una grande rinascita”.
Per ora quindi si vive il suo quartiere da semplice cittadino. E chissà il futuro cosa gli regalerà: “Ormai mi sento a mio agio qui, è davvero casa mia. Tant’è che spero di riuscire a portare a compimento qualche progetto, per fare un po’, come si dice ‘casa e bottega’. Che poi è il sogno di ogni attore”.