5 Febbraio 2021 - 11:26 . Piazza Bologna . Personaggi
Alessandra Farina e la storia delle sette “libraie operose” del Mercato Italia
“Un sogno voluto fortemente e che è diventato realtà”. Così Alessandra Farina descrive l’attività che porta avanti insieme ad altre sei socie all’interno del Mercato Italia di via Catania. Un banco con tanti libri usati da scambiare, voluto con grande tenacia da questo gruppo di sole donne che abitano ormai da anni nel quartiere Nomentano.
“Io sono oltre 30 anni che vivo qui e ho sempre avuto la passione per i libri – racconta Farina -. Inizialmente eravamo solo io e una mia amica. Abbiamo presentato il progetto e ci sono stati messi a disposizione dei banchi in disuso. Un’iniziativa che poi è diventata ufficiale a tutti gli effetti grazie al progetto ‘I mercati secondo noi’. E ora sono tre anni che siamo a via Catania con i nostri libri”.
L’idea è piaciuta sin da subito: “Tante persone ormai ci portano scatole piene di libri. Abbiamo anche suddiviso i volumi per generi e autori – ammette Farina -. La gente prende e riporta altri volumi, è uno scambio continuo di testi. C’è chi svuota le proprie cantine e ritrova dei libri vecchi, ma anche chi vuole rinnovare la propria libreria. E oggi abbiamo talmente tanti libri che abbiamo riempito tre banchi”. Certo è che qualche diffidenza all’inizio, all’interno del mercato, c’è stata: “Certo, un banco di libri gratis in un mercato è particolare, però siamo andate avanti per la nostra strada e alla fine questa scommessa è stata vinta“.
Una iniziativa importante però quella di Farina e delle altre sue “compagne d’avventura”, che non solo porta la cultura in uno dei posti più frequentati del quartiere, ma che punta a fare comunità. Cosa che accade sempre meno in quartieri, come quelli di Roma, così fortemente sovrappopolati: “Ormai abbiamo creato un gruppo consolidato. C’è la signora che viene a scambiare due chiacchiere così si sente meno sola, poi abbiamo conosciuto tante persone appassionate di lettura, ma anche scrittrici, poetesse e giornalisti in pensione. Tutti pronti a donarci libri e a scambiare opinioni”.
Tanti gli appuntamenti ad hoc creati negli anni intorno a quei banchi. Il lockdown ha messo in stand-by certe iniziative ma si spera in futuro di tornare a vivere pienamente questa esperienza: “Vorremmo avere un posto chiuso per tenere meglio i libri – l’appello di Farina -. Speriamo che i banchi possano rimanere anche dopo i lavori che stanno per essere approvati. Il quartiere offre ben poco in termini di cultura, tutte le nuove iniziative sono ora solo legate al mondo del food. Invece servirebbero spazi culturali e speriamo che chi ci governa se ne accorga e possa rimediare”.
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