21 Maggio 2021 - 17:36 . montesacro . Cronaca
Il piano di Caudo per Roma: “Decentramento, rifiuti come risorsa e innovazione, così la Capitale può cambiare”
Giovanni Caudo si è fatto adottare da Roma e a sua volta l’ha adottata dal primo momento in cui ci ha messo piede. Negli anni, oltre che il posto dove crescere una famiglia, l’ha fatta diventare anche oggetto di studio. E l’ha amministrata.
Professore di Progettazione Urbanistica a Roma Tre, dal 2013 al 2015 è stato assessore alla Trasformazione Urbana con Marino sindaco e dal 2018 è presidente del III Municipio, il più esteso e popoloso della città con oltre 220.000 abitanti. Da tempo ha deciso di mettersi a disposizione della coalizione di Centrosinistra, prendendo parte alle primarie che si terranno il 20 giugno. “Sono partiti i banchetti per la raccolta firme in diversi municipi, ma si può fare anche online, è molto semplice. È una corsa contro il tempo, si chiude il 30 maggio, ma ce la faremo”, spiega il candidato.
Presidente, perché questa decisione?
Perché sono convinto che Roma non sia spacciata, anzi. Ha le risorse per rimettersi in piedi, rinnovarsi, progredire. Ho acquisito un’ampia esperienza di questa città così complessa e contraddittoria, da cittadino, urbanista e amministratore e vorrei metterla a disposizione. Prima, però, c’è un passaggio importante per cui passare ed è quello delle primarie del Centrosinistra. La proposta che voglio rappresentare è civica e di sinistra, si offre al fermento sociale che non trova rappresentanza e a chi, pur avendo rappresentanza, crede che occorra un enzima in grado di rigenerare la politica, riavvicinandola alle persone, ai loro problemi, alle loro paure e soprattutto ai loro desideri, in una città soffocata da clientele, rendite di posizione e gerontocrazia.
Come si cambia Roma?
Con le competenze e le energie di chi crede in una città innovativa, dinamica, con benessere diffuso e maggiore equità sociale. Da assessore prima e da presidente di Municipio poi, ho sempre cercato di mettere in campo quello che ho imparato, quello che oggi mi trovo a insegnare all’università, applicandolo all’amministrazione del territorio: piazze vivibili, strade più sicure per tutti (automobilisti, ciclisti, pedoni), riqualificazione degli spazi in disuso, investimento sull’edilizia scolastica, attenzione all’ambiente. In tre anni a Montesacro siamo passati da 4 a 19 milioni di euro di spesa pubblica ogni anno, sono oltre 40 milioni totali. Curarsi della vita quotidiana ma non perdere di vista l’ambizione di una città internazionale.
Qualche esempio?
Sono stati riqualificati i mercati di viale Adriatico e piazza Menenio Agrippa, sono partiti i lavori per quello di via Val d’Ossola e mi sto battendo con la sindaca Raggi perché il Comune acquisisca l’area del mercato di Val Melaina, la delibera è pronta ma qualcuno temporeggia. Sono stati realizzati (e altri sono in cantiere) interventi di ristrutturazione in numerosi plessi scolastici del territorio. Nel 2018 abbiamo aperto un centro d’accoglienza per senza dimora a Nuovo Salario, c’è un emporio solidale a Colle Salario per famiglie con meno risorse di altre, soprattutto a seguito della pandemia.
A Montesacro abbiamo dato vita a un tavolo solidale che mette in connessione istituzioni, associazioni di volontariato e sindacati per essere sempre reattivi quando ci sono situazioni di povertà e disagio da affrontare. Ed è qui che in un bene confiscato alla mafia nascerà una casa per il “dopo di noi”, dove vivranno insieme disabili adulti senza più una famiglia. E non dimentichiamo la quantità di lavori di riqualificazione in decine di strade del municipio, spesso in collaborazione con le società di sotto servizi con le quali abbiamo stretto rapporti proficui a beneficio dei cittadini. Presto Piazza Sempione e Piazza Conca d’Oro diventeranno luoghi diversi, migliori, più a misura di residente.
Ci siamo occupati anche di migliorare la qualità ambientale del municipio, intervenendo sul parco dell’Aniene, abbiamo ottenuto un finanziamento dalla Regione Lazio per la Ciclovia delle Valli ed è stato quasi ultimato l’ampliamento del parco delle Valli, 3 ettari in più ricavati dall’ex cantiere della metro B1 di Conca d’Oro.
Montesacro si è anche distinta spesso per aver teso una mano a chi lotta per i diritti Lgbtq+ e contro la violenza sulle donne.
Assolutamente sì. Fin da subito ho fatto esporre la bandiera arcobaleno, simbolo della lotta contro l’omotransfobia. Recentemente ho preso parte alla manifestazione di piazza del Popolo a sostegno del disegno di legge Zan contro l’omofobia. In questo municipio, inoltre, abbiamo messo in connessione il centro di orientamento al lavoro con i centri antiviolenza per dare un ulteriore supporto alle donne che cercano, faticosamente, di tirarsi fuori da situazioni orrende. Pochi mesi fa, vorrei ricordare, è stato prolungato di due anni l’affidamento dei locali di via Rovetta all’associazione “Salvamamme-Salvabebè”, che da sempre si prende cura delle mamme in difficoltà. A via Rovetta, inoltre, aprirà un consultorio Asl e altri servizi che hanno a che fare con politiche di genere.
Lei, da assessore, di Roma Capitale, aveva già iniziato a dare un’impronta differente alla città. Il tempo non è bastato.
Di cose in due anni ne ho fatte tante, nonostante l’avventura si sia conclusa prematuramente come tutti sappiamo. Vorrei innanzitutto citare le conferenze urbanistiche, con tutti e 15 i municipi coinvolti in un ciclo di incontri che hanno portato alla stesura di una carta dei valori, nella quale si sono messe nero su bianco le esigenze dei territori, le loro peculiarità, gli interventi da mettere in campo. In tema di urbanistica, ricordo la pedonalizzazione di Piazza Giustiniani a Testaccio di fronte al Marco e quella di piazza Augusto Imperatore che si sta realizzando adesso. Poi c’è la trasformazione dell’ex caserma a via Guido Reni, approvata al tempo e che si farà, ma ora è ferma per questioni apparentemente burocratiche.
Qual è la prima delibera che firmerà nella nuova veste di primo cittadino?
Quella per il decentramento amministrativo. Se ne parla da tanto, troppo, ma non si è mai potuto (o voluto) applicare lo strumento giusto per renderlo concreto: modificare lo Statuto capitolino. Bisogna trasferire tutte le competenze e le risorse possibili ai Municipi affidando loro le decisioni sulle questioni più prossime ai cittadini, intervenendo sui regolamenti. Questo è il primo modo per occuparsi del marciapiede, della qualità delle strade, dell’illuminazione, del verde pubblico.
Avremmo giurato volesse parlarci di Ama e di rifiuti.
Questo è il secondo step, ma non meno importante. Vede, da anni si impegna il tempo a litigare sui cassonetti in fiamme e di chi sia la colpa dell’inefficienza del servizio, ma non si va dritti al punto: serve mettere in connessione la municipalizzata con altri ‘player’ che operano sul territorio, come per esempio Eni. Ama, con Acea anche e con Eni possono formare una società multiservizi che dia nuova vita ai rifiuti, trasformandoli in risorsa economica, come succede già in altre parti d’Italia. Sa che con i rifiuti si può fare il carburante? Ecco, immagini i guadagni per la collettività. E i posti di lavoro che si creerebbero. Il problema dei rifiuti non è ‘dove li metto’ ma ‘cosa ci faccio’.
Spesso, di fronte ai problemi decennali di Roma, si chiude la questione citando la mancanza di risorse: come si può andare oltre?
Non mancano i soldi, mancano i progetti. Negli ultimi 5 anni la giunta Raggi si è contraddistinta per l’assenza di progettualità. Metropolitane, tram, servizi essenziali, le scuole. Nessun finanziamento statale è stato intercettato dalla progettualità locale, mentre città come Napoli o Genova hanno realizzato le metropolitane con i soldi dello Stato, Roma è rimasta al palo.
Oltre ai fondi statali, Roma può intercettare ulteriori risorse?
Questo è un tema importante. Bisogna agevolare gli investitori, permettendo loro di realizzare opere a Roma, ovviamente rispettando tutti i criteri di equità e sostenibilità. Roma nel 2020 ha avuto 500 milioni di euro di investimenti esteri nell’immobiliare, Milano 3,5 miliardi. E la pandemia c’è stata anche lì, quindi non è una giustificazione. Forse c’entra la vicenda dello stadio della Roma, il modo in cui l’amministrazione attuale ha trattato quel progetto e chi voleva spendere tanti soldi nella nostra città? Chi verrebbe più a investire qui, dove gli accordi presi vengono stracciati al cambio di amministrazione? Penso che Roma debba saper costruire le condizioni migliori per investimenti privati nell’interesse generale della città.
Come ha gestito il dialogo con i cittadini e la presenza sul territorio, anche, e soprattutto, durante i lockdown?
All’inizio della pandemia abbiamo capito di dover trovare un modo nuovo di dialogare con i cittadini. Abbiamo iniziato a organizzare quelli che chiamo “i pianerottoli digitali”. Se c’è qualcuno che vuole farmi domande o avanzare proposte per Roma, si fa una videoconferenza ‘ristretta’ si fanno domande e in molti casi il confronto è stato molto approfondito e serio. In tempi di Covid è stato un modo utile per accorciare le distanze, restare in contatto e ringrazio tutti per avermi fatto entrare nelle loro case.
In queste ore per lei è partita la sfida della raccolta firme: come è organizzata?
Il nostro obiettivo è quello di essere presenti sul tutto il territorio di Roma. Abbiamo iniziato la raccolta firme per le primarie del Centrosinistra, saremo mercoledì 26 mattina a largo di Torre Argentina, Alberone, Montagnola, Tor di Valle e al centro commerciale Gulliver mentre il pomeriggio a via Appia altezza Feltrinelli e su via Tuscolana alla metro Giulio Agricola. Giovedì 27 mattina sarà la volta del mercato Pigneto, di quello di Spinaceto, di via Urbano II e piazza Thouar, il pomeriggio a via Cola di Rienzo , Campo Testaccio, piazza Bologna e Casal Bertone all’Auchan. Per tutte le informazioni e gli orari anche di sabato e domenica si può andare sul sito caudosindaco.it. Vorremmo che la raccolta firme non fosse una formalità burocratica, ma un primo momento di confronto e di impegno con i cittadini parlando dei problemi di Roma e di come affrontarli.
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