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“Storytelling nell’Oltre Aniene”: così il Tufello diventa un laboratorio di idee a cielo aperto

di Giulia Argenti

Mettete le cuffie, scannerizzate il Qr-code che trovate di fronte a voi e godetevi una lezione di storia mentre passeggiate per le strade del Tufello. Dal brutale omicidio di Valerio Verbano in via Montebianco 114, alla resistenza partigiana (in via Scarpanto, incrocio con via Stampalia), alle lotte per la casa (in via Capraia, incrocio con via Tonale): camminando per il Tufello ci si può imbattere in una serie di Qr-Code – al momento sono 8 – che, se inquadrati, ci raccontano un pezzo di storia del nostro territorio.

Si tratta di uno (ma solo uno) dei tanti progetti messi in campo all’interno del grande “hub” di idee e iniziative di “Storytelling nell’Oltre Aniene”. Un progetto triennale di racconto partecipato del Tufello, cuore del III Municipio di Roma, vincitore del bando pubblico “Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 – 2022”, curato dal Dipartimento Attività culturali del Comune è realizzato in collaborazione con Siae.

Scopo del progetto è la promozione di interventi artistico-culturali che permettano una rinnovata interpretazione degli spazi del Tufello, attraverso la realizzazione di itinerari di “Nonturismo”: veri e propri percorsi tematici fruibili gratuitamente attraverso l’interazione con qr-code e podcast inseriti nell’app Loquis. E non è tutto: “Intendiamo creare un racconto del territorio con gli abitanti e per gli abitanti – spiega Lorenzo Mori, ideatore e curatore di Nonturismo –. Per riuscire a stabilire una connessione capillare con il territorio abbiamo investito molto nella costruzione di una rete capillare di partner che coinvolge scuole, amministrazione municipale, associazioni e anche società profit che si stanno gradualmente avvicinando, come il Teatro 7 Off”.

Nonturismo, infatti, è una collana che punta a realizzare dei racconti creati agli abitanti “che interpretano il loro territorio attraverso una chiave di lettura inedita” sottolinea Mori. Dunque alla lunga fase di laboratori, eventi e incontri, in presenza e online, partiti nell’autunno del 2020, seguirà poi la redazione di un volume o meglio, secondo Mori “di una guida emotiva”. Quale sarà la chiave di lettura del Tufello? Al momento è top secret, ma gli spunti non mancano. Tra le attività del secondo anno, oltre l’ultimazione dei percorsi di geo-podcast, sono previsti, infatti, anche 5 eventi di approfondimento aperti al pubblico sui temi del progetto www.nonturismo.it e la realizzazione di due laboratori a carattere artistico-culturale sul tema buone pratiche di innovazione sociale e rigenerazione urbana al Tufello in risposta ad alcune problematiche di quartiere.

L’obiettivo di questa seconda annualità è infatti quello di lavorare con le realtà del territorio sulle “emergenze” ovvero gli aspetti più critici della vita del quartiere, ma anche le sue caratteristiche più evidenti, in modo che queste conducano alle “visioni”, le modalità nuove e positive con le quali il quartiere vuole raccontarsi e guardare al futuro. “Il Tufello ha tanti racconti e molti sono anche contraddittori – sottolinea Mori –. La sfida che ci stiamo ponendo è cercare di sintetizzare le molteplici narrazioni che stiamo via via incontrando, cercando un comune denominatore. Un esempio? Il Tufello è un territorio dalla forte identità antifascista, ma se si entra in alcune case di via Capraia ci si rende conto che c’è ancora una certa ‘ammirazione’ per Mussolini. E questo è un elemento di cui bisogna tener conto”.


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