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L’analisi: ciclabili anti-traffico, il ritorno al futuro che può migliorare la vita di Roma
di Luigi CarlettiLo studio sulle ciclabili “temporanee” di Roma è una delle poche, pochissime, buone notizie di questa pandemia. La notizia sarebbe anche migliore se quel “temporanee” sparisse e si trasformasse in “permanenti”. Mi chiedo infatti perché non cogliere questa occasione per trasformare una misura definita “emergenziale” in una misura strutturale. Misura che farebbe compiere a Roma un piccolo passo avanti sulla strada della modernizzazione civile, aiutandola nella sua affannosa rincorsa di capitali e metropoli occidentali più evolute e più vivibili.
L’idea di individuare degli assi ciclabili principali che attraversino il tessuto urbano della Capitale è giusta e al tempo stesso è tutt’altro che semplice. Roma è una delle città più estese d’Europa e in tempi normali soffre di una concentrazione di traffico tipica delle metropoli asiatiche. Su questo punto ci sono fior di statistiche che da anni ci dicono come il tempo che perdiamo per strada a Roma sia una sconfitta non solo per la qualità della vita ma spesso anche per il buonsenso. Ecco, se di buonsenso parliamo, allora vale certamente la pensa di soffermarci a pensare su quale occasione possa rappresentare questa crisi.
A Milano lo stanno già facendo e non parlano di “soluzione temporanea”. Ma Milano, si obietterà, è più piccola di Roma. Vero, è sette volte più piccola. E allora? A me pare una ragione in più per suddividere Roma in quadranti e farne tante “piccole Milano”. Altra obiezione: Milano è perlopiù pianeggiante, Roma è tutta un saliscendi. Vero anche questo, ma avete visto le ultime statistiche sulla vendita di biciclette con la pedalata assistita? Diamo un incentivo all’acquisto di questi mezzi, che tutti usiamo quando andiamo in montagna o nelle località balneari, ma poi ci dimentichiamo una volta tornati in città. Aggiungo, sempre per tenere il confronto con Milano, che il clima è leggermente più benigno da queste parti che non nella Pianura Padana, così come il regime dei ventiaiuta un po’ di più contro l’inquinamento, per quanto anche da noi non sia di poco conto.
Il tema vero è quello del senso civico dei romani e di chi usa le strade come se le avesse acquistate: tassisti e motociclisti sono tra le categorie storicamente più prepotenti, e negli ultimi anni si sono aggiunti i corrieriche con i loro furgoni spesso vanno come pazzi. Temo che la crisi che stiamo vivendo non li abbia migliorati, anzi, probabilmente aggiungerà frenesia e indisciplina. Le piste ciclabili sono un modo per tenerli alla larga, a patto ovviamente che ci sia sorveglianza e manutenzione e non, come accaduto in alcuni casi, abbandono e sciatteria.
La crisi che oggi ci obbliga a stare a casa, tra un po’ ci consentirà di ripartire rispettando misure inconciliabili con il vecchio modello della mobilità romana. È molto probabile che ci saranno problemi di mezzi pubblici e di intasamento stradale. La bicicletta e gli altri mezzi simili possono aiutare? Altroché. A qualcuno potrà anche sembrare un ritorno all’antico, in realtà sarebbe un bellissimo ritorno al futuro.