Bufalotta | La Storia

Ex orfanotrofio della Marcigliana: storia e misteri di un edificio abbandonato

di Valerio Valeri

 

L’ex orfanotrofio femminile della Bufalotta, in via Bartolomea Capitanio, è uno dei luoghi più misteriosi e inquietanti del quartiere, all’interno della riserva naturale della Marcigliana. Ormai fatiscente, a rischio crollo, in vista del Giubileo del 2000 si era pensato di trasformarlo in un ostello della gioventù, ma il progetto non vide mai la luce. Su questo edificio abbandonato si sono alternate leggende e credenze popolari, ma soprattutto al suo interno hanno trovato ricovero personaggi di ogni genere, che lo hanno utilizzato in ogni modo, come testimoniano i disegni e le scritte che si alternano a murales anche molto belli da vedere.

L’ex orfanotrofio della Marcigliana

Le origini

Costruito negli anni ’30 su iniziativa del senatore Carlo Scotti, venne inaugurato in pompa magna da Benito Mussolini nel 1934 e fino al Dopoguerra ha ospitato bambine senza famiglia. Il terreno su cui insiste è quello dell’ex Colonia Agricola Romana della Bufalotta, bonificata a inizio ‘900 e di proprietà del Pio Istituto della Santissima Annunziata e gestita dai Padri Giuseppini. Finita la guerra e caduto il regime fascista, cambiò destinazione d’uso, diventando un ospedale geriatrico, per essere poi chiuso alla fine degli anni ’70.
Da quel momento è rimasto vuoto, preda dell’incuria: la vegetazione si è nuovamente impossessata di quei luoghi, l’arredamento è stato via via depredato, scale, porte, finestre e mura hanno ceduto anno dopo anno sgretolandosi.
Isolato, avvolto dal buio, nei decenni è diventato luogo di ritrovo per satanisti della domenica, coppie di amanti, writers, vandali e tossicodipendenti. Intere generazioni di adolescenti lo hanno esplorato come “prova di coraggio”, sfidando le leggende che lo vorrebbero infestato dalle anime di chi per anni è rimasto tra quelle quattro mura, se non addirittura dal diavolo in persona.

L’interno dell’ex orfanotrofio della Marcigliana

Perché lo chiamano “ex manicomio”?

E’ convinzione di molti che l’edificio abbia ospitato pazienti psichiatrici. Fatto che aggiunge inquietudine e mistero alla sua fama già estremamente “dark”. Ma da dove viene questa diceria? È il cinema a metterci lo zampino. Nel 1977 Umberto Lenzi scelse l’ex orfanotrofio, al tempo già ricovero per anziani, per girare alcune scene del poliziesco “La banda del gobbo” con Tomas Milian. E’ nella struttura della Marcigliana che il regista fece internare il protagonista del film e per l’occasione venne rinominata “Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà”.
Nello stesso anno Risi, Monicelli e Scola scelsero l’allora ospedale geriatrico per girare uno degli episodi della pellicola “I nuovi mostri”, quello in cui Alberto Sordi lascia l’anziana madre in ospizio prima di partire per le vacanze. La struttura di lì a poco venne chiusa, ma durante le riprese risultava in perfette condizioni.

I ricordi di Bruna

 Nel 2007 un mensile locale, “La Voce del Municipio”, intervistò una signora al tempo 63enne, Bruna. Dall’età di 3 anni la donna visse nell’ex orfanotrofio gestito dalle suore, lasciata lì dalla madre rimasta vedova e impegnata a lavorare come governante per la principessa Ruspoli. “Era un posto bellissimo – raccontava Bruna – con un salone enorme che affacciava sul cortile interno”. Oggi di quel salone resta lo scheletro, come anche dei finestroni ad arco rimasti solo nel ricordo della signora Bruna.


 

 

Sostieni RomaH24 Sostieni RomaH24
grazie