2 Ottobre 2020 - 10:49 . Montesacro . Cronaca
Montesacro dedica un albero a Stefano Cucchi: le immagini della cerimonia
“Siamo qui per ricordare e riaffermare il diritto all’intangibilità del corpo, noi siamo il nostro corpo, è lì che la vita si deposita, viene custodita e tramandata. Il corpo è la più alta espressione dell’umano. Il corpo di Stefano è stato violato fino alla morte“. Sono queste le parole con cui il presidente del III Municipio, Giovanni Caudo, ha ricordato ieri, primo ottobre, Stefano Cucchi, nel giorno in cui avrebbe compiuto 42 anni.
In omaggio al ragazzo, strappato alla sua famiglia il 22 ottobre del 2009, è stato piantato un albero nel parco Caio Sicinio Belluto. Alla cerimonia hanno partecipato la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, la consigliera regionale Marta Bonafoni e gli assessori della giunta municipale.
“Stefano Cucchi è diventato suo malgrado un emblema dell’essenza di cosa sia il corpo di noi umani e del diritto alla sua intangibilità ed è per questo che lo ricordiamo qui insieme a Ilaria la sorella che ringrazio per la sua presenza, simbolo di una determinazione calma ma ferma” ha continuato Caudo. “Stefano Cucchi: non l’uccise la morte ma chi volle cercargli l’anima a forza di botte”, si legge sulla targa sistemata vicino all’albero. Parole che richiamano la canzone “Un Blasfemo” di Fabrizio De Andrè
Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri il 15 settembre del 2009, al parco degli Acquedotti, perché trovato in possesso di di 20 grammi di hashish e di alcune pastiglie per l’epilessia di cui soffriva. Viene portato in caserma e viene disposta per lui la custodia cautelare in carcere. Sette giorni dopo muore all’ospedale Pertini. Da lì inizia una complessa battaglia giudiziaria, che vede la sorella di Stefano, Ilaria, in prima linea, alla disperata ricerca della verità.
Il 14 novembre 2019 i due carabinieri accusati della morte di Cucchi sono stati condannati dalla Corte d’Assise a 12 anni. È stato inoltre aperto il cosiddetto “Cucchi ter” per ricostruire le responsabilità di chi cercò di coprire il pestaggio del ragazzo.