5 Marzo 2021 - 7:35 . Val Melaina . Cronaca

Tufello, il palazzo Ater è senza ascensore: disabile “prigioniera” in casa

di Valerio Valeri

Maria Ventrera e Angelo Negri hanno 73 e 57 anni. Vivono al quinto e ultimo piano di una palazzina di proprietà dell’Ater (azienda territoriale per l’edilizia residenziale) in via Isole Curzolane 190, alle porte del Tufello. Da quasi tre anni la signora Maria si è vista gradualmente ridotta la mobilità, fino ad allettarsi completamente ed essere costretta alla sedia a rotelle, a causa di un’operazione al femore riuscita male. L’ascensore non c’è, non è mai stato realizzato fin dai primi anni ’40, quando vennero finiti i lotti popolari del quartiere. “Ogni volta che devo portarla a fare una visita – ci racconta Angelo, ex assistente cuoco ormai disoccupato – devo chiamare un’ambulanza privata e spendere dai 150 ai 190 euro solo per l’andata. Ho smesso di lavorare per assisterla h24, viviamo con la sua pensione da 600 euro”.

Maria Ventrera, 73 anni, in una foto della scorsa estate

I Negri hanno chiesto circa sei mesi fa all’Ater di fare cambio di appartamento, con un pianterreno o almeno in uno stabile con ascensore. “Ma non abbiamo ricevuto risposta – spiega Angelo – e all’ufficio di zona di via Tonale non c’è nessuno e non rispondono al telefono”.

Angelo Negri

Il primo febbraio il vicepresidente dell’assemblea capitolina, Francesco Figliomeni (FdI), ha inviato all’azienda che gestisce il patrimonio degli immobili popolari in tutto il Lazio un sollecito, facendo riferimento a una precedente comunicazione del 18 dicembre caduta nel vuoto. “A noi va bene qualsiasi zona di Roma e anche fuori – l’appello di Angelo – basta che sia adeguata alle condizioni di mia moglie, che è anche ipovedente. Deve fare fisioterapia ma le barriere architettoniche presenti in questa palazzina e all’interno della casa non lo consentono”.

Via Isole Curzolane 190, al Tufello

E come se non bastasse, la caldaia dell’appartamento dei Negri è rotta da mesi: “Qui si muore di freddo d’inverno e si cuoce d’estate”, spiega Angelo poco prima di salutarci. E l’ultimo sguardo va sull’enorme macchia di umidità sul soffitto, a forma di croce. Una croce che Maria e Angelo non riescono più a sopportare.