8 Gennaio 2022 - 7:20 . Montesacro . Scuola
Scuola, l’appello anche dai presidi di Montesacro: “Dad per quindici giorni”. La situazione
di Marco Barbaliscia
Il ritorno a scuola si avvicina, ma la riapertura dei plessi e la ripresa delle lezioni in presenza spaventa e non poco. Lunedì 10 gennaio gli istituti di Roma accoglieranno in classe gli studenti di ogni ordine e grado, così come previsto da un’ordinanza firmata da Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Niente Dad, quindi, ma didattica in presenza, nonostante l’aumento dei positivi al Coronavirus e del numero di persone in quarantena.
Una situazione difficile e che ha visto i presidi di tutta Italia unirsi in una petizione online per chiedere “il posticipo del rientro in classe e l’istituzione di 15 giorni di Dad“. Un documento nato come iniziativa autonoma di una quindicina di dirigenti scolastici, ma poi dilagato sul web e arrivato ad oltre 3000 adesioni (destinate a crescere).
“A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia stiamo assistendo ad un’escalation di assenze”, si legge nell’accorato appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. E ancora: “Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria o positivo al Covid. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi, non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi”.
Il liceo Orazio firma l’appello
La preoccupazione è evidente e riguarda anche le scuole del nostro territorio. Diversi presidi di Montesacro hanno firmato l’appello, così come fatto da Maria Grazia Lancellotti, dirigente del liceo Orazio: “Tutti parlano di un picco a breve. Quindici giorni di Dad aiuterebbero a prendere contezza della curva dei contagi durante le feste. Tra due settimane il rientro in classe sarebbe più organizzato e sicuro”, confida a Roma H24.
Poi ancora: “La Dad non è il male assoluto e in questi due anni i docenti hanno perfezionato l’utilizzo del mezzo. Aspettare quindici giorni per tornare a scuola non sarebbe un dramma. Il problema della ripresa immediata in presenza si verifica quando in classe si riscontra più di un positivo: chi è vaccinato, allo stato attuale, può entrare a scuola, mentre chi non ha ricevuto le dosi deve restare in Dad. Più di tre casi porta invece alla Dad per tutti. Il sistema va rodato e 15 giorni darebbero fiato per delineare tante criticità”, chiude la preside.
Dalla sostituzione dei docenti positivi al tracciamento: il Sereni firma la petizione
Pensieri e parole condivise anche da Patrizia Marini, preside dell’Istituto Tecnico Agrario ‘Emilio Sereni’ e firmataria della petizione: “La Dad, al momento, appare il male minore”, dice. La situazione nella scuola è infatti critica: “Abbiamo un numero elevato di positivi sia tra gli alunni che tra i docenti, ma anche esentati e differiti”.
Se un docente risulta positivo è difficile trovare una supplenza: “Gli insegnanti non sempre accettano i contratti Covid per le sostituzioni dei titolari e nuovi accordi non si possono stipulare. Per le supplenze le graduatorie sono esaurite e trovarne, in alcune classi di concorso soprattutto, è davvero impossibile”, confida Marini.
Problematiche di organizzazione, quindi, ma anche di sicurezza: “Abbiamo annullato tutti i laboratori perché smontati per accogliere le classi più numerose e garantire il rispetto delle norme anti-covid. Le nuove regole del tracciamento non ci danno garanzie”, dice Marini. Che chiude: “La Dad è davvero l’ultimo dei problemi. La didattica in presenza è sempre preferibile, ma devono essere create le condizioni strutturali per affrontarla. Ora non ci sono. Così si va in guerra senza armi“.
La situazione all’IIS Sarandì
La preoccupazione per il ritorno in presenza coinvolge anche le scuole di grado inferiore. Tra i firmatari dell’appello figura anche l’IIS Sarandì: “C’è incertezza e diversi contagi si sono registrati in questi giorni anche nel nostro istituto”, racconta la preside Daniela Crestini a Roma H24.
Che aggiunge: “Il 10 gennaio dovrebbe rientrare comunque in presenza la maggior parte delle classi, ma le criticità non mancano. Tra positivi e esonerati dal vaccino coprire tutte le classi è sempre più difficile. Quindici giorni di Dad aiuterebbe a fare mente locale su come affrontare la situazione”.
Lo scenario è delineato, ma il Governo sembra intenzionato a proseguire per la sua strada: “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”, ha replicato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, all’appello dei presidi. Che chiude: “Siamo molto attenti alle voci che ci arrivano dal Paese, ma anche alle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”.