19 Gennaio 2022 - 12:00 . Montesacro . Scuola
Protesta studentesca al liceo Archimede-Pacinotti: “Più spazi e strutture adeguate”. Raimo: “C’è bisogno di credibilità”
Una giornata di proteste studentesche nel territorio del III Municipio. Mercoledì 19 gennaio alunni ed alunne del liceo Archimede-Pacinotti hanno deciso di non salire nelle aule, ma di rimanere nel cortile della scuola per dare vita ad una mobilitazione per le condizioni in cui versa l’istituto.
La protesta ha riguardato tutte e tre le sedi del liceo site in via Montaione, via Pasquariello e via Vaglia. Gli studenti dell’Archimede-Pacinotti hanno diffuso un comunicato nel quale motivano le loro ragioni e richieste: “Pretendiamo una scuola in sicurezza, mascherine ffp2 gratuite, tracciamento efficace e tamponi gratuiti, potenziamento dei trasporti, assunzione dei docenti e aumento dell’organico, più spazi e strutture adeguate”.
Pretendiamo – prosegue il comunicato – “che venga tutelato il nostro diritto allo studio e il nostro diritto alla salute, investimenti reali sul mondo della formazione e che la scuola pubblica sia una priorità di questo governo e non un luogo dove garantire profitto”. Gli studenti, a margine della nota, rendono noto di “aver ottenuto un tavolo con Città Metropolitana, organo responsabile delle strutture e dell’edilizia scolastica, per cercare di risolvere problematiche strutturali che all’Archimede-Pacinotti sono evidenti da 50 anni”.
La risposta delle istituzioni
Una pronta risposta delle istituzioni è arrivata anche dal III Municipio. Christian Raimo, assessora alla Cultura e docente del liceo Archimede-Pacinotti, ha commentato la vicenda in un lungo post pubblicato su Facebook: “Stamattina i miei studenti hanno protestato, non sono entrati. Hanno appeso uno striscione con scritto ‘Scuola SiCura’. Non c’è nemmeno un punto esclamativo, un ‘vogliamo’ davanti, è una specie di bandiera bianca. Tipo: vi prego, non fateci ammalare, vi prego dateci la possibilità di non fare ammalare le nostre famiglie, vi prego coinvolgeteci nelle scelte utili al bene collettivo”.
E ancora: “Nelle settimane passate ho spesso discusso con loro di questi ultimi due anni di scuola. Si sta diffondendo un sentimento di odio nei confronti della scuola. Non credono più che quella comunità, quello spazio fisico, sia per loro. Che senso ha avere a scuola studenti formalmente presenti, quando l’unica cosa che vorrebbero è, in un mondo che in questo momento vive un’emergenza e un lutto, fare anche loro la propria parte?”.
L’assessore chiude poi il post con una riflessione: “Che senso ha spiegare Galileo o l’Illuminismo quando poi, nel dibattito pubblico, l’educazione scientifica, il suo ruolo nella società viene vilipeso? Monta una rabbia anche in noi, nella classe docente, nei dirigenti, che ci mettiamo magari anni per conquistare la fiducia di una classe o di una scuola e la vediamo scemare in una settimana per ragioni che non dipendono da noi”. Trattare la scuola con il paternalismo autoritario ostentato in questi giorni da parte di un ministero e un governo incapaci di ascolto e di mediazione vuol dire rinunciare all’unica cosa di cui c’è bisogno in questo momento: adulti credibili. Questa cosa, i ragazzi, se la ricorderanno”.