20 Gennaio 2021 - 11:34 . Montesacro . Personaggi
Maggi e la storia del manoscritto ritrovato di D’Annunzio: “Ecco perché rimane il mistero”
Quattro fogli ingialliti all’interno di un libro. Una scritta particolare, che richiama a calligrafie di almeno un secolo fa. E il sogno che quella possa essere una scoperta importante. È quanto sta vivendo da giorni Monica Maggi, che con la sua “Pagine viaggianti” al mercato del Tufello si occupa di raccogliere e salvare i libri destinati alla distruzione e al macero per poi donarli al pubblico.
Una storia incredibile, quasi da film. O da romanzo, per rimanere in tema. E, come tutte le storie fantastiche, cominciata per caso: “Ho trovato questo volume di D’Annunzio, stampato nel 1942, in una cassetta con altri libri – dice Maggi -. La maggior parte li ho dovuti buttare, perché forse erano stati per lungo tempo in una cantina e si erano irrimediabilmente rovinati. Tra i pochi salvati c’erano due volumi della Mondadori che raccoglievano i romanzi di D’Annunzio. E in uno di questi vedo spuntare un foglio strano, giallo, come se fosse consumato dal tempo. E vedendolo mi è preso un colpo. Ho immediatamente riconosciuto la scrittura di D’Annunzio, ma non erano firmati questi fogli“.
Grande sorpresa ed emozione, che Monica Maggi ha subito condiviso sui social: “Non appena ho pubblicato su Facebook la scoperta, si è scatenato il finimondo – ammette -. Ho provato, seguendo qualche consiglio, a fare dei test sulla carta, per capire se poteva essere un originale. Poi però ho preso contatto con il direttore del Centro per il libro e la lettura del Mibact e, una volta analizzato, mi ha detto che è una delle fotocopie che la casa editrice era solita inserire nella taschina in fondo al libro come omaggio a chi acquistava il libro. La cosa particolare, che ha lasciato molto perplesso anche lui, è il fatto che in questo capitolo, che si intitola ‘Il passato’ e che fa parte del romanzo ‘Il trionfo della morte’ del 1895, i protagonisti non sono Ippolita e Giorgio come nel volume pubblicato ma Lucio e Aurora“.
Le ipotesi possono essere diverse. Che sia un inedito? Oppure una bozza preparatoria al romanzo definitivo di D’Annunzio? “Ma perché pubblicarlo in allegato? – si chiede Maggi – una iniziativa simile è più da casa editrice moderna, sembra molto strano per l’epoca promuovere una iniziativa editoriale simile“. E poi c’è la questione di quei nomi così diversi rispetto al romanzo: “Se è una fotocopia, vuol dire che esiste un originale. Ma nel manoscritto originale questi nomi non esistono. Insomma è un vero mistero. Di certo è che sia la grafìa di D’Annunzio, che all’epoca scriveva non su fogli singoli ma doppi, come quelli ritrovati nel libro”.
Ma non è la prima volta che Monica Maggi trova cose particolari nei libri: “Ad esempio al mercato del Tufello, ultimamente, ho trovato sul banco un libro di Silvio Pellico del 1838, lasciato lì chissà da chi. Quattro anni fa ho realizzato una piccola mostra vicino Piramide con tutti i materiali trovati nei libri. E’ un tesoro di dediche, biglietti di tram antichi, lettere d’amore, lettere spedite dal fronte dai soldati ma questa mi ha particolarmente colpita. Persino un atto notarile fatto a Salerno nel 1920″. Dei veri tesori che raccontano tante piccole storie, che raccontano la nostra storia: “Sono delle chicche questi libri così antichi, che conservo con cura perché sono anche testimoni di un tempo in cui pubblicare un libro non era così semplice come oggi”.
Monica Maggi comunque vuole andare fino in fondo a questo mistero: “Dopo la prima perizia, ho contattato il presidente della fondazione del Vittoriale e manderò una copia di questi testi. Anche loro vogliono analizzare lo scritto e vedremo quale sarà l’esito. Rimane davvero un grosso punto interrogativo su questo manoscritto“. Già, ma quello che è certo è il piacere nell’aver vissuto questa vicenda, l’emozione per aver scoperto qualcosa che potrebbe essere di grande importanza a livello letterario. E chissà davvero cosa ha in serbo questo manoscritto “del mistero”.
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