30 Ottobre 2020 - 19:39 . Vigne Nuove . Personaggi

David Zulli: “Così da Montesacro è nata la mia canzone sui rifiuti della Capitale”

Milanese d'origine ma romano d'adozione, David Zulli vive da quasi 20 anni in zona Vigne Nuove
Milanese d'origine ma romano d'adozione, David Zulli vive da quasi 20 anni in zona Vigne Nuove

“Una volta sono uscito di casa e vicino ai cassonetti ho trovato un intero appartamento lasciato da qualche persona. E c’era anche uno specchio bellissimo che ancora mi rammarico di non aver preso”. Così David Zulli racconta dove è nata l’ispirazione per “Lo specchio della città“, il brano (disponibile sui digital store e in rotazione radiofonica da martedì 20 ottobre) che anticipa il suo secondo album, “2Q20“, la cui uscita è prevista nei prossimi mesi.

Una canzone il cui video è girato davanti ai cassonetti dell’immondizia e che racconta con ironia una realtà sin troppo conosciuta dai romani: quella dei rifiuti in strada. Ma non quelli normali, bensì quelli ingombranti, lasciati fin troppo spesso in strada invece che essere portati nelle isole ecologiche. “Roma ha tante meraviglie che vengono nascoste a volte dal problema dell’immondizia – dice Zulli -. Mi dà fastidio che le persone si comportino così.  La gente deve voler bene e occuparsi del proprio territorio. Ma serve anche una mano delle istituzioni, che devono dare una mano affinché certi comportamenti non accadano”.

L’ispirazione però è arrivata da quello che ha visto davanti casa sua, a Vigne Nuove. Trasferitosi per amore nella Capitale da Milano, sua città natale, abita qui da vent’anni: “Una volta poi, mentre lavavo i vetri dei finestroni del mio soggiorno, un tizio, come se niente fosse, sotto i miei occhi, ha tirato fuori dalla sua auto un grosso cavalletto di legno e lo ha letteralmente scaraventato in uno spazio dove già altri si erano premurati di lasciare mobili e cianfrusaglie varie – ricorda -. Glielo ho fatto notare e ho cominciato a discuterci”.

Il Covid ha colpito duramente il mondo della musica e dello spettacolo in generale. “Ma sono fortunato – ammette Zulli -. Io non vivo di musica, perché faccio l’informatico e lavoro come libero professionista. Ma fossi stato solo un artista, sarebbe stata molto dura. Nel 2017 ho scritto il mio primo disco da autore e ora la promozione del nuovo sarà molto complicata. Sarà necessario reinventarsi, affidandosi alla Rete, ma non è mai come un live, che ti permette di avere un contatto con i tuoi fan”.

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