1 Ottobre 2020 - 14:07 . Montesacro . Personaggi
Berliri: “Vi racconto i 20 anni pieni di vita a Casablu, la casa famiglia di Montesacro”
Una festa virtuale, ma pur sempre una festa. Domenica 4 ottobre per Casablu sarà una giornata da ricordare: 20 anni dalla sua creazione. Tanto ne è passato di tempo dalla nascita della prima casa famiglia della cooperativa sociale Spes contra spem a via Comano 45. “Ma sono 20 anni pieni di vita”, come assicura Luigi Vittorio Berliri, il presidente della cooperativa che a RomaH24 racconta questo sogno nato nel 2000 e che tra qualche giorno festeggerà un anniversario importante.
“Il progetto è nato da un sogno incredibile, che sembrava impossibile – spiega Berliri -. È nato da un sogno di un gruppo di ragazzi che ha pensato di mettere su una casa famiglia, di comprare casa e chiedere un mutuo alla banca del 120%, convincendo la banca che era un’operazione fattibile, nonostante i rischi. In tanti casi, il direttore di banca a richieste simili rifiuta, e invece hanno creduto in noi. E guardando indietro pensiamo ‘Che follia abbiamo fatto’. Ma non era detto per nulla che potesse andare bene”.
Parliamo di una casa famiglia, che si sviluppa su due piani, in ciascuno dei quali vivono persone con grave disabilità che necessitano di un grande sostegno nella gestione della vita quotidiana. “Qui ci sono persone di cui le famiglie non possono più prendersi cura o che hanno genitori anziani – conferma il presidente di Spes contra spem -. È una casa vera e propria, siamo in un condominio normalissimo, ma che rispetto alle altre ha più di venti persone che a rotazione hanno garantito a chi è passato da Casablu una vita piena, bella, fatta di normalità e cose belle. Sono convinto che ciascuno di noi, se messo in condizione di vivere una vita bella e dignitosa, lo fa. Se non puoi scegliere, la vita diventa una tortura. Il nostro compito è quello di mettere chiunque in condizione di poterlo fare”.
E invece sono 20 anni che questo “sogno” si è trasformato in una bellissima realtà. Perché Casablu è un posto dove tutti possono sentirsi a casa e vivere serenamente. E il nome non è scelto a caso: “Nasce dalla poesia di G. Klein, ‘La rosa blu’. ‘Rara, diversa e bella, come una rosa blu’. È questo che ci ha ispirato”.
Non è semplice la vita degli ospiti di Casablu. Ma sono comunque tanti i momenti belli che, grazie ai volontari, queste persone vivono. Così come sono tante le soddisfazioni che la stessa cooperativa ottiene. “Tra le cose più belle successe c’è l’episodio di una mamma delle persone ospiti, apprensiva, affaticata come tutte, che una volta ci disse ‘Adesso posso morire tranquilla’. Perché questo è il nostro obiettivo: permettere a un genitore di stare sereno, perché c’è qualcuno che si prende cura dei loro figli. Il riuscire a rispondere in maniera piena a quell’angosciosa domanda che tanti genitori che hanno un figlio fragile hanno: quella di lasciare al mondo il proprio caro in mani sicure”.
L’emergenza Covid-19 sta condizionando la vita di ognuno di noi. Ma per chi vive a Casablu è ancor più difficile: “Le persone che vivono da noi sono molto fragili. Basta poco per rendere tutto molto più complicato – ammette Berliri -. La probabilità che il Covid abbia un esito infausto in questi casi è altissima, per questo l’attenzione è massima. A Casablu c’è stato un isolamento completo, facendo attenzione a tutte le norme igienico-sanitarie. Si è veramente venuta a creare una vita monastica, cercando di limitare il più possibile il contatto con l’esterno. Chi abita nella casa famiglia, così come i familiari, hanno reagito in maniera positiva. Abbiamo approntato collegamenti costanti con videochiamate con le famiglie, ma è stata una famiglia enorme. Anche perché la vita sociale per tanti di loro era importantissima e intensa. Viviamo in un momento complicato ed è per questo che abbiamo deciso di festeggiare domenica in diretta streaming, in maniera diversa, come vogliono i tempi. Ma 20 anni vanno festeggiati”.
20 anni per Casablu ma Berliri e la cooperativa sociale Spes contra spem vogliono andare ben oltre. E si guarda al futuro: “Stiamo ristrutturando delle villette che erano state adibite a case famiglia ma abbandonate da 20 anni. Sono a Talenti, immerse nel verde e dovremo riuscire a finire a breve i lavori per le prime due villette. Ed è tutto possibile grazie a una importante rete di donatori e volontari che ci sostengono”.
E ammette: “Per questo compleanno mi auguro di poter continuare a sperare, anche laddove sembra non esserci speranza”. E allora buon compleanno Casablu. Cento (anzi mille) di questi giorni.
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