Montesacro | Simone Esposito

Simone Esposito: “Io, attore, e Montesacro, un teatro a cielo aperto”

di Daniele Petroselli

Montesacro è casa sua. Anzi il suo palco, “perché è come se fosse un teatro a cielo aperto”. Ma guai a chiamarlo artista: “Sono semplicemente una persona che trasmette emozioni”. Simone Esposito, 33 anni, nel suo quartiere ha scoperto la sua passione per il teatro, l’ha alimentata e l’ha fatta diventare la sua vita.

Ho cominciato a scuola, facendo le imitazioni – racconta -. E grazie a questa mia dote di far ridere ho deciso di iniziare questo percorso. Avevo bisogno di platee più grandi, così nel 2005 ho iniziato a muovere i primi passi in altre compagnie teatrali, al Teatro Viganò“. Poi il grande passo: “Parlando con altri registi teatrali, ho deciso di lanciarmi, di diventare grande. E allora ho messo su la mia compagnia teatrale, La Compagnia di Andy“.

Ora, come tanti altri attori, è fermo. La chiusura dei teatri per l’emergenza Covid-19 ha davvero colpito forte il mondo dello spettacolo: “Aiuto anche altre compagnie amatoriali, come Esperimento Zeta, a cui partecipano ragazzi e signori, oltre che signore, da 14 ai 60 anni. E con questa compagnia siamo andati in scena il 1° marzo e siamo stati l’ultimo spettacolo del teatro. Un musical cantato tutto dal vivo, una bellissima esperienza ma l’ultima che abbiamo potuto fare”.

Simone Esposito, il secondo da sinistra, insieme a due grandi Tullio Solenghi e Massimo Lopez

Tanti mesi di stop, ma ora quel palco manca terribilmente: “Il teatro è una medicina – ammette Esposito -. Forse è meglio dell’ossigeno. È come se mi avessero tolto l’aria. Quando sono sul palcoscenico sto dentro un luogo familiare, sicuro. La chiusura è stata un colpo al cuore”. E per questo ha deciso di realizzare un video (che è possibile vedere a questo indirizzo), diffuso su tutti i social: “L’idea è venuta parlando con due miei amici di vecchia data, Valerio e Lorenzo della Lowstone Production, con cui  abbiamo girato tanti corti insieme. Da un po’ di tempo volevo fare qualcosa per la situazione dei teatri. Ci siamo riuniti e poi abbiamo ‘partorito’ questo video che è un regalo che ho voluto farmi, egoisticamente parlando, per trasmettere a me stesso la fiamma del teatro, e poi per i colleghi e agli amici e fargli capire che noi attori, senza quel palcoscenico, non siamo nessuno“.

Per ora però deve accontentarsi di vedere un altro “teatro”, quello di Montesacro. Il quartiere della sua vita e dove è cresciuto, in tutti i sensi: “È come un paese – dice Esposito -. Quando passo per Val Melaina, Tufello, si respira l’aria di una piccola frazione di provincia. Ti senti a casa, conosci tutti, e questo è bello. C’è di tutto, dal vecchietto che legge il giornale sulla sua panchina alla mamma che passeggia col bambino, m anche tanti personaggi. Sembra un teatro a cielo aperto”.


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