Montesacro

La Ginestra: “Teatri chiusi ma i laboratori andranno avanti”

di Daniele Petroselli

“La delusione è tanta perché non c’è una logica in questa chiusura“. Michele La Ginestra, attore e direttore del Teatro 7 Off di Montesacro, racconta così il momento delicato che stanno vivendo i teatri dopo la decisione del Governo di chiuderli (insieme ai cinema), visto l’aumentare dei casi di Covid-19 in tutto il Paese, fino al 24 novembre.

Il teatro, infatti, aveva aperto solo qualche settimana fa. “Ci hanno chiesto molto per riaprire in sicurezza, dal distanziamento alla sanificazione dei teatri, fino alle paratie tra i posti. Abbiamo fatto tutto quello che è prescritto dalla legge ed eravamo sicuri“, afferma. Ma la chiusura non sarà totale: “La normativa non prevede lo stop dei laboratori teatrali. L’attività dei ragazzi può continuare, perché fa parte delle attività extra-scolastiche e poi i teatro possono continuare tutto ciò che non è legato allo spettacolo e non è aperto al pubblico. Perciò continueremo, con tutte le precauzioni previste dalla legge, perché vogliamo il bene dei nostri ragazzi. Perché il teatro per loro è importante”.

Michele La Ginestra al Teatro 7 Off

Rimane il fatto però che la rabbia di chi vive di teatro è tanta: “Si poteva fare di più, ma anche per evitare l’apertura indiscriminata che abbiamo visto nei mesi precedenti – ammette La Ginestra -. Il problema principale però è che la popolazione non ha saputo gestire la libertà che le è stata data. Ci sarebbe voluta maggior consapevolezza del momento ed evitare certi comportamenti. Alcune responsabilità quindi sono anche le nostre“.

Ora con il nuovo lockdown per i teatri si prospettano momenti duri. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha promesso aiuti a queste categorie, ma il pericolo che in tanti possano comunque non farcela c’è: “Le misure previste possono garantire la sopravvivenza di qualche teatro, se ben organizzato – ricorda La Ginestra -. A Roma ce ne sono più di cento e meno della metà sono quelli che, secondo la normativa, potranno ottenere i contributi. E queste potrebbero scomparire ed è un peccato, perché esistono tante piccole realtà che meritano di andare avanti e non devono scomparire, bisogna sostenere anche loro. Il Teatro 7 andrà avanti, così come il Teatro 7 Off, ma chi lavora dietro le quinte che possibilità ha di andare avanti? Va bene togliere tasse o bloccare gli affitti, ma tutte le persone che non lavorano e non hanno nessun paracadute? Che faranno? È un problema serio che si può capire se si conosce questo ambiente. Ma se chi deve decidere sa poco o nulla di quello che avviene nei teatri”.


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