Montesacro | La Storia
Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria: tutte le pietre d’inciampo nel quartiere
Il 27 gennaio è la Giornata internazionale della Memoria. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’1 novembre 2005, ha istituito questa data in ricordo di tutte le vittime dell’Olocausto. Si è scelto questo giorno perché il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
La retata degli ebrei di Roma avvenne principalmente al ghetto, in particolare a via Portico d’Ottavia, ma anche in altre differenti zone della città. Almeno 1023 persone furono deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Soltanto 16 di loro tornarono a casa.
Nel 1993, l’artista tedesco Gunter Demnig avviò il progetto artistico degli Stolpersteine, le pietre d’inciampo. Si tratta di sampietrini, collocati di fronte all’abitazione dei deportati, che si differenziano dagli altri per avere la superficie in ottone, sulla quale sono incisi nome, cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte (quando nota).
Le pietre d’inciampo a Montesacro
A Montesacro ce ne sono quattro in via Maiella 15. Sono state collocate lì il 16 gennaio del 2019 per ricordare la famiglia Funaro, che viveva proprio in un appartamento della strada. Un’iniziativa promossa dal liceo Aristofane nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro ‘Il fiore del partigiano’. I Funaro erano in quattro: il padre Leo, la madre Teresa Di Castro e i due figli, Dario e Adolfo, di 13 e 7 anni.
La storia della famiglia Funaro
La mattina del 16 ottobre 1943 i tedeschi si affacciano alla porta del palazzo in cui abita la famiglia. Scambiano Leo per il portinaio e quando lui non apre, buttano giù la porta e gli spaccano la testa. Tutta la famiglia viene trascinata a piazza Sempione, dove attendono le camionette che condurranno tutti loro insieme agli altri prigionieri al collegio militare, in via della Lungara.
Manca solo Dario, che nonostante la giovane età ha combattuto i nazisti a Porta San Paolo e in quel momento è fuori, forse con i compagni di lotta. Arriva sulla piazza proprio quando un tedesco sta spingendo sua madre sul mezzo. Interviene per difenderla ed è così che viene catturato e deportato con gli altri ad Auschwitz. Nessuno dei quattro farà ritorno.
La tragica storia della famiglia Funaro è raccontata nel volume “La Storia di Montesacro. Dalla preistoria ai giorni nostri” (Typimedia Editore).
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