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Nuovo quartiere Flaminio, la palla passa all’Assemblea Capitolina

di Claudio Lollobrigida

Oggi, giovedì 21 novembre, sarà una giornata fondamentale per il progetto del nuovo quartiere Flaminio, che nascerà negli spazi della ex caserma Guido Reni. Alle 13 arriverà al voto dell’Assemblea Capitolina la proposta di delibera sul piano per gli ex Stabilimenti militari macchine elettriche di precisione.

A darne notizia è Carteinregola, associazione di cittadini attivi sul territorio. “La votazione potrebbe anche slittare a venerdì, perché è al secondo punto dell’ordine del giorno”, spiega a RomaH24 l’associata Anna Maria Bianchi Missiglia.

Ma facciamo un passo indietro. Come sarà il nuovo quartiere Flaminio? Il progetto, selezionato nel 2015 con un bando di gara, è quello dello Studio 015 dell’architetto Paola Viganò e, secondo Cdp, i lavori tra via Reni e via del Vignola inizieranno nel 2021, segnando una vera trasformazione della zona, con la nascita di un quartiere nel quartiere. È ancora ignota, però, l’identità del privato che si affiancherà a Comune e Cassa depositi e prestiti per la realizzazione dei nuovi edifici. Si parla di gruppi angloamericani che potrebbero comprare i 35mila metri quadrati destinati a uso residenziale.

Entriamo nel dettaglio di cosa prevede il progetto che si sviluppa davanti al Maxxi: 27mila metri quadrati saranno dedicati a una struttura museale, il progetto di un museo della Scienza non è ancora definitivo e su questo deciderà il Comune. Poi 35mila metri quadrati saranno destinati ad abitazioni e di questi 6.000 al social housing, con aree pedonali interne e zone a traffico limitato.

Altri 10.000 metri quadrati sono adibiti a negozi e un albergo che si affaccerà sulla piazza che verrà creata davanti al Maxxi. Oltre alle strutture private ci saranno anche spazi ed edifici pubblici distribuiti su 14 mila metri quadrati, con parcheggi su strada e sotterranei e nuove strade, su cui Cdp pagherà 43 milioni di euro di oneri concessori al Campidoglio.

E oggi il futuro del progetto vivrà una giornata fondamentale. Tuttavia i cittadini di Carteinregola, che seguono da sempre la vicenda, si interrogano su alcuni punti. “Due cose ci preoccupano – spiega ancora Anna Maria Bianchi Missiglia -. La prima è che, in tre anni e mezzo, non è stata ancora elaborata una proposta completa per lo spazio destinato a una struttura culturale per i cittadini. Avremmo preferito un dibattito pubblico per il futuro di una zona culturalmente molto importante, considerando anche che la Città della scienza è ancora tutta da pianificare”.

E poi? “L’altra perplessità che abbiamo è legata ai 2000 m² che dovrebbero essere utilizzati per i servizi del quartiere Flaminio, ossia un uso di urbanizzazione secondaria (per esempio scuole, biblioteche, centri anziani, ndr). Per deciderne la destinazione, è stato indetto un concorso, processo che chiaramente richiede diversi passi, dalla delibera, passando per le osservazioni dei soggetti interessati, fino all’approvazione dopo le eventuali controdeduzioni degli uffici preposti. Solo allora la Cassa depositi e prestiti – probabilmente tramite un avente causa – darà il via alle edificazioni. Le tempistiche, quindi, si preannunciano decisamente lunghe“.

Secondo Carteinregola, quindi, il rischio è che ci sia da aspettare ancora tanto per la realizzazione del nuovo quartiere Flaminio. “La nostra paura principale – conclude Bianchi Missiglia – è che lo stallo prosegua fino alle elezioni. A quel punto la nuova amministrazione potrebbe non continuare il lavoro di quella attuale”.

GUARDA come cambierà l’ex caserma Guido Reni

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