22 Aprile 2020 - 12:45 . FuoriQuartiere . Personaggi
Virtual tour e nuove sfide, i giorni del Covid-19 nel racconto di Augusto Grimaldi
I dati del ministero dei Trasporti danno la misura della gravità del momento. A marzo 2020 sono state immatricolate 28.326 nuove auto, contro le 194.302 di marzo 2019. Meno 85,42%. Grandi e piccoli concessionari vivono con preoccupazione questo momento. C’è chi però ha un approccio differente. “Stiamo assistendo a un cambiamento radicale del mondo, non solo del mercato dell’automobile. Ma non dobbiamo subirlo. Dobbiamo cavalcarlo”. Augusto Grimaldi ha 36 anni. E 18 li ha trascorsi seguendo le orme del nonno, che si chiamava come lui, e del padre. Si legge Grimaldi, si traduce Autolanciani. La sede è in via Salaria 421, ma Augusto è uno di corso Trieste. È uno di noi. Andava all’Avogadro di via Brenta, mangiava la pizza di Agostino e per rilassarsi non trova – anche oggi che è un manager di successo – nulla di meglio che passeggiare per quel reticolo di strade che disegna il nostro quartiere.
Quali sono stati gli effetti della quarantena per Autolanciani?
“Stop totale. Potevamo scegliere di continuare a restare aperti, attraverso gli escamotage del noleggio e dell’autofficina. Sono attività consentite dalle disposizioni governative. Abbiamo scelto però di fermarci. Lo abbiamo fatto per rispetto nei confronti di chi è venuto a mancare e di chi non può restare a casa, perché lotta in prima linea contro il Coronavirus”.
Avete attivato la modalità smartworking?
“Assolutamente sì. A marzo siamo stati molto presenti sui social e abbiamo lanciato delle campagne pubblicitarie. Stiamo offrendo ai clienti dei tour virtuali. Abbiamo anche implementato i book fotografici, aggiungendo ulteriori dettagli sul nostro parco macchine”.
Questione auto usate. Chi vorrà comprarne una avrà paura del contagio?
“C’è lo stesso rischio che si corre negli acquisti quotidiani. Un rischio che, nel nostro settore, possiamo abbattere con la sanificazione giusta, svolta da professionisti. Una macchina è composta da tante parti: noi igienizzeremo anche quelle più nascoste”.
Nascoste come il condizionatore?
“L’aria del compressore del condizionatore attraversa un filtro, che noi togliamo dall’imballaggio e installiamo di fronte al cliente. Quindi è nuovo. Noi comunque ci atterremo a tutte le indicazioni sulla sanificazione previste dal ministero della Salute. Trovo però assurdo che siano solo dei consigli. Non è un protocollo obbligatorio”.
Il Coronavirus modificherà le abitudini degli italiani? Compreremo le auto con un click?
“L’acquisto della vettura è un’emozione. Affinché una persona compri una macchina, è determinante il ruolo dei sensi che si attivano quando ti trovi in concessionaria: vista, udito, olfatto. Quando Fiat ha provato a vendere le auto su Amazon, ha fatto fiasco”.
Questa risposta farà tirare un sospiro di sollievo ai suoi collaboratori.
“Loro possono stare tranquilli. Il nostro settore ha solo bisogno di riprendersi. Certo, dovremo cambiare e cavalcare i futuri cambiamenti. Ma se prima cento persone volevano comprare un’auto, ora saranno centoventi. Ci sarà meno fiducia nei mezzi pubblici e nel car sharing a chilometro. Chi farà igienizzazione? E ogni quanto?”.
Fin qui ha parlato il manager Grimaldi. Com’è cambiata invece la vita dell’uomo Augusto?
“La mattina ho allentato un po’ gli orari. Non dovendo più portare i bambini a scuola, la notte resto sveglio anche fino alle 3. Lavoro dodici ore al giorno. Stacco solo per pranzo e cena. Ho cercato fino all’ultimo di non mandare nessuno in cassa integrazione. Da qualche giorno, però, non potendo prevedere quanto durerà questo stallo, sono stato costretto ad avviare la procedura”.
Riesce a ritagliarsi un po’ di tempo per stare con i suoi figli?
“Poco. Anche se loro sanno che ci sono sempre. In ogni caso, tra una telefonata e l’altra cerco di dare una mano in casa. Apparecchio e sparecchio. Cucino. Faccio la pizza, per esempio. A mia moglie Alessia sembra già tanto: prima del Covid-19 ero in giro per l’Italia quattro giorni su sette. Distribuivo auto all’ingrosso ad altri rivenditori. È ancora oggi il nostro core business”.
I suoi bambini riescono ad accettare la presenza-assenza del padre?
“Devono. Tutti dobbiamo fare dei sacrifici. Io li ho sempre fatti per amore, per la passione che nutro nei confronti della mia attività”.
Sta di fatto che adesso è più con i suoi dipendenti che con la sua famiglia.
“Sono dei collaboratori, non dei dipendenti. Giochiamo nella stessa squadra, anche in un momento storico così difficile. Alla ripartenza ci faremo trovare pronti. Autolanciani non si farà sorprendere dal cambiamento. Questa è una promessa”.