2 Giugno 2020 - 10:17 . Flaminio-Parioli . Cronaca
Un’esperta di Roma Nord rivela le 5 cose che dovete sapere per scegliere una tata
Mary Poppins e Mrs. Doubtfire esistono solo nei film? Con l’avvio della fase 2, per molti genitori lasciare il proprio bimbo a una tata è una scelta obbligata. E come si fa a scegliere la babysitter perfetta per i nostri figli? A fare chiarezza è la dottoressa Laura Rinella, psicologa e psicoterapeuta di via Rubicone e corso Trieste – con tantissimi pazienti anche dei Parioli – che spiega in alcuni punti essenziali cosa fare e cosa non fare.
1) “SVOLGERE UN COLLOQUIO LUNGO E DETTAGLIATO”
“Quando assumete una babysitter dovete conoscere tutte le sue referenze e metterla alla prova, magari con un cambio di pannolino per esempio – sottolinea la dottoressa Rinella -. I colloqui devono essere lunghi, non frettolosi, è fondamentale capire l’essenza della persona che avete davanti. A volte cercate di prenderla di sorpresa, di provocarla, per capire se la babysitter in questione perde facilmente la calma e la lucidità.
2) “ARRIVATE A CASA DI SORPRESA”
“Anche se durante il colloquio la babysitter vi ha convinto, non abbassate la guardia – spiega -. Per sapere veramente come lavora e come si relaziona con vostro figlio, comunicatele un orario di ritorno a casa diverso da quello vero. Il vostro rientro sarà inaspettato e potrete capire bene la sua serietà e professionalità. Nel primo periodo, fate lo stesso quando la tata porta fuori vostro figlio. Mettetevi a distanza e osservate come si comporta”.
3) QUANTI ANNI DEVE AVERE UNA BABYSITTER?
Secondo la dottoressa non c’è un’età consigliata: “Ciò che conta è l’età del bambino – sottolinea – se vostro figlio è ancora piccolo servirà una tata con carattere materno e accogliente. Se invece il vostro bambino si aggira intorno ai dieci anni, consiglio una babysitter carismatica che riesca ad avere il polso della situazione. E’ chiaro che una tata anziana potrebbe avere qualche problema ad accudire i piccoli, soprattutto dal punto di vista della sicurezza”.
4) SÌ AI TATI, NO A CHI PARLA MALE L’ITALIANO
“Per i maschi di nove, dieci o undici anni, un babysitter maschio potrebbe essere l’ideale – dice la dottoressa -. con loro condividerebbero i giochi e le passioni. Sconsiglio invece i babysitter stranieri, o meglio, quelli che non parlano bene la nostra lingua. Nell’età infante comunicare con il bambino e farlo comunicare rappresentano la priorità assoluta. Spesso, magari per risparmiare, i genitori assumono signore straniere che non conoscono una parola d’italiano. Può essere un problema”.
5) LA TATA NON DEVE SOSTITUIRSI AI GENITORI
Una babysitter deve seguire le linee educative dei genitori e non il contrario: “A volte le tate assumono un ruolo più importante dei genitori nell’educazione e questo non va assolutamente bene – spiega -. La babysitter deve avere bene in mente cosa i genitori vogliono dai loro figli e non prendere decisioni personali che potrebbero danneggiarli. É una questione di ruoli”.