17 Maggio 2020 - 14:06 . FuoriQuartiere . Cronaca
Un parroco del Trieste-Salario: “Tutte le regole per tornare in chiesa da domani”
Massimo duecento persone su cinquecento posti, obbligo di mascherine e guanti per i parroci, no al segno di pace e comunione sulle mani. La riapertura delle chiese, in Italia, a Roma e nei quartieri avverrà sotto il segno della sicurezza.
A confermarlo è don Carlo Purgatorio, parroco della chiesa di Santa Emerenziana nel Trieste-Salario: “Sarà una normalità diversa ma quello che conta è che riabbracceremo i nostri fedeli. Il nostro obiettivo è svolgere i riti liturgici senza dimenticarci che siamo ancora in tempi di Covid-19”.
Domani, lunedì 18 maggio, alla parrocchia di Santa Emerenziana verrà svolta la sanificazione sia all’interno che all’esterno della chiesa: “Ci stiamo attenendo ai protocolli rilasciati dalla Presidenza del Consiglio in collaborazione col ministero degli Interni e la Presidenza Episcopale Italiana – spiega Don Carlo a RomaH24 -. I volontari gestiranno gli ingressi e indirizzeranno i fedeli che dovranno entrare con le mascherine. Si entrerà da piazza Santa Emerenziana e si uscirà da viale Eritrea”.
Il parroco parla inoltre di come si svolgeranno i sacri rituali tipici della messa: “Non ci si potrà scambiare il segno di pace e l’ostia della comunione verrà adagiata sulle mani”.
Capitolo capienza. La chiesa di Santa Emerenziana può contenere cinquecento persone, ma durante la fase 2 gli ingressi saranno ridotti: “Come spiegatoci dal ministero dell’Interno faremo entrare circa 150-200 persone – dice don Carlo –. I fedeli dovranno essere distanti circa un metro e mezzo. Per aiutarli, abbiamo inserito sulle panche dei segnaposti così da rendere chiaro quante persone ci si potranno sedere”.
Infine, il tema carità. Don Carlo, anche durante la fase 2, non interromperà gli aiuti per i più bisognosi: “In queste settimane abbiamo raccolto più di 120 pacchi destinati ai bisognosi, siamo felici – chiosa -. I cittadini possono lasciare qui la spesa e i farmaci per anziani, invalidi, senzatetto e poveri del quartiere. A portarli nelle loro case saranno i nostri volontari”.
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