18 Luglio 2020 - 10:09 . FuoriQuartiere . Cronaca
“Storia del Coronavirus a Roma”, parla Zhou Fenxia: “Ho riaperto il ristorante per sfida”
Dopo il lungo lockdown, è tempo di ripartenza anche all’Esquilino, la chinatown romana. Nel primo capitolo de “La Storia del Coronavirus a Roma” (Typimedia Editore, collana La Storia di Roma, 12,90 euro), appena arrivato in tutte le librerie, trova uno spazio centrale il rinomato ristorante cinese Hang Zhou in via Principe Eugenio 82.
Il motivo? A fine gennaio, la crescente preoccupazione degli storici clienti del locale gestito da Sonia – soprannome italianissimo di Zhou Fenxia – è uno dei primi segnali che, a Roma, qualcosa sta cambiando. E che il Coronavirus inizia a essere una minaccia concreta. Le disdette delle prenotazioni sono solo il preludio alla paura del virus e, poche settimane dopo, alla quarantena.
Cinque mesi dopo, però, il peggio è alle spalle. Parola di Sonia, che proprio in questi giorni ha riaperto il suo ristorante: “Si era sparsa la voce che non avremmo riaperto più – spiega con la solita voce squillante -. E così abbiamo deciso di ricominciare, anche se solo con servizio di take-away“.
Una scelta che ha una motivazione ben precisa: “Al momento qui ci sono soltanto due cuochi, tutti gli altri non possono volare dalla Cina – prosegue Sonia -. Però i clienti stanno tornando, e tanti chiedono di fermarsi a mangiare qui. Così una piccola parte del ristorante è nuovamente aperta al pubblico. Tanto io rimango qui, non scappo mica!”.