17 Luglio 2020 - 11:17 . FuoriQuartiere . Cronaca
“Storia del Coronavirus a Roma”, parla Zhou Fenxia: “Ho riaperto il ristorante per sfida”
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Dopo il lungo lockdown, è tempo di ripartenza anche all’Esquilino, la chinatown romana. Nel primo capitolo de “La Storia del Coronavirus a Roma” (Typimedia Editore, collana La Storia di Roma, 12,90 euro), appena arrivato in tutte le librerie, trova uno spazio centrale il rinomato ristorante cinese Hang Zhou in via Principe Eugenio 82.
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Il motivo? A fine gennaio, la crescente preoccupazione degli storici clienti del locale gestito da Sonia – soprannome italianissimo di Zhou Fenxia – è uno dei primi segnali che, a Roma, qualcosa sta cambiando. E che il Coronavirus inizia a essere una minaccia concreta. Le disdette delle prenotazioni sono solo il preludio alla paura del virus e, poche settimane dopo, alla quarantena.
Cinque mesi dopo, però, il peggio è alle spalle. Parola di Sonia, che proprio in questi giorni ha riaperto il suo ristorante: “Si era sparsa la voce che non avremmo riaperto più – spiega con la solita voce squillante -. E così abbiamo deciso di ricominciare, anche se solo con servizio di take-away“.
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Una scelta che ha una motivazione ben precisa: “Al momento qui ci sono soltanto due cuochi, tutti gli altri non possono volare dalla Cina – prosegue Sonia -. Però i clienti stanno tornando, e tanti chiedono di fermarsi a mangiare qui. Così una piccola parte del ristorante è nuovamente aperta al pubblico. Tanto io rimango qui, non scappo mica!”.