Le recenti parole del ministro della cultura Dario Franceschini aprono indirettamente a una nuova speranza per vedere finalmente riqualificato lo stadio Flaminio. Il ministro si è detto possibilista a riguardo la destinazione di una parte del recovery fund per rinnovare l’impianto Artemio Franchi di Firenze.

Il Campidoglio si è già portato avanti con questa possibilità. Tra i fondi europei concessi all’Italia per l’emergenza Covid, infatti, vi è una voce che potrebbe restituire al Flaminio il suo amato stadio. Dei 209 miliardi di euro (tra sussidi e prestiti) che l’Italia ha ottenuto dall’Europa tramite lo strumento del recovery fund – ideato per attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi tra gli stati membri – 80 milioni potrebbero essere usati per avviare un restyling che, nelle idee del Comune, durerebbe 5 anni.

La giunta capitolina ha infatti stilato un “piano di sviluppo resilente e sostenibile”, 159 schede di opere e progetti che, se attuati, andranno a modificare i quartieri della Capitale, tra cui il Flaminio.

Con la rinuncia ufficiale da parte della proprietà della As Roma al progetto di Tor Di Valle, area che nei piani dell’ex proprietario James Pallotta avrebbe dovuto ospitare il nuovo impianto del club giallorosso, nuovi scenari si sono aperti davanti alla nuova dirigenza, ora guidata da Dan e Ryan Friedkin.

Uno di questi è la ristrutturazione completa dello stadio Flaminio, abbandonato ormai dal 2011, quando per l’ultima volta, il 12 marzo, la Nazionale italiana di rugby disputò un match ufficiale del torneo Sei Nazioni per poi traslocare all’Olimpico.

Una mano al sogno del popolo giallorosso potrebbe ora arrivare dall’Europa.

LEGGI il parere di Giovanni Caudo sullo stadio Flaminio

LEGGI l’idea degli architetti sullo stadio Flaminio

GUARDA le condizioni attuali dello stadio Flaminio