30 Maggio 2020 - 10:14 . Flaminio-Parioli . Movida

Sceriffi contro viveur, la sociologa: “Queste le ragioni dello scontro sulla movida”

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Di Vincenzo Costabile

“Il lockdown aveva temporaneamente spento le voci della movida. Ma il riaccendersi di quelle voci e la presenza di tanti corpi in spazi vuoti da mesi ha rimesso in moto conflitti sopiti“. Donatella Barazzetti, torinese, romana d’adozione (“vivo a Trastevere da quarant’anni”), ha insegnato Sociologia all’Università della Calabria. Nella nostra intervista cerca di rispondere al grande interrogativo della fase 2 dell’emergenza Coronavirus: la polemica tra sceriffi e viveur della “movida” è in realtà una battaglia contro la vita notturna, più che contro il Covid-19?

Una tematica che riguarda da molto vicino anche il Flaminio e i Parioli, basti pensare a Ponte Milvio. Da una parte chi denuncia gli assembramenti, dall’altra chi bolla i denuncianti come “sceriffi”.

Qual è il motivo di questo nuovo scontro tra “sceriffi” e viveur? 

“Le proteste di chi si trova a vivere nei “luoghi della movida” ci rimandano a un conflitto che ha segnato per anni la vita di molte zone della città e ha visto la contrapposizione tra il diritto alla quiete dei residenti e il realizzarsi di stili di vita e di socialità che abbiamo battezzato come “movida”. Un conflitto che si è dimostrato di difficile soluzione poiché per scioglierlo occorrerebbe cambiare determinate forme di socialità. E questo non può essere imposto dall’alto soltanto con ordinanze comunali, multe e repressione”.

Cosa c’è alla base dell’attuale polemica sulla “movida” nei quartieri di Roma?

“Il lockdown ha temporaneamente spento le voci della “movida”, regalando ai residenti, insieme alla grande paura del contagio, e al dolore per i morti, anche un silenzio dimenticato. Il riaccendersi di quelle voci e la presenza di tanti corpi in spazi vuoti da mesi ha rimesso in moto conflitti sopiti, complicati però dal nuovo contesto in cui viviamo, esposti come siamo all’incertezza di un possibile nuovo incontro con il virus”.

Che interrogativi apre questo conflitto?

“La ripresa di quel conflitto, amplificato dai fiumi di commenti spesso aggressivi del web e dai proclami preoccupati delle autorità pubbliche, apre importanti interrogativi sulla ripresa del vivere sociale ed economico. Infatti le politiche post Covid-19 spingono alla ripresa delle attività economiche: tutte, anche quelle di cui è figlia la movida”.

Se la politica non è in grado di offrire modelli di vita e socializzazione alternativi a quelli del consumo e della “movida”, è possibile ricercare questi modelli nel mondo della cultura?

“Sì, penso a un grande artista come Ezio Bosso che è venuto a mancare da poco. Un direttore d’orchestra che ha saputo affrontare la vita e il suo lavoro con grande umiltà, senza l’arroganza a cui a volte portano gli incarichi di responsabilità. Mi vengono in mente anche i ragazzi del Cinema America, che promuovono modelli di socializzazione diversi, organizzando iniziative culturali che vedono grande partecipazione tra i giovani”.