20 Ottobre 2020 - 8:42 . Euclide . Cronaca
Piazza Euclide, apre un nuovo ristorante: così un avvocato sfida il Covid e la crisi
“Il nostro governo ci sta dicendo che bisogna ripartire, ed è esattamente quello che stiamo provando a fare. Per riuscirci, però, abbiamo bisogno che ci mettano nelle condizioni di poter lavorare“.
A parlare è Andrea Pecorelli, avvocato romano di 57 anni, che ha deciso di aprire il suo nuovo locale ai Parioli proprio nei giorni in cui l’allerta Covid-19 sta tornando a salire vertiginosamente, con il governo italiano che settimanalmente adotta nuovi provvedimenti per cercare di limitare l’aumento dei contagi.
“Abbiamo deciso di aprire questo locale a piazza Euclide, che si chiama Osteria In Confusione, nonostante ci troviamo in piena emergenza Coronavirus. È chiaro che siamo abbastanza preoccupati per via del notevole investimento economico che abbiamo dovuto sostenere”, ha raccontato a RomaH24, “ma lo abbiamo fatto proprio per dare un segnale di ripartenza”.
L’inaugurazione avviene praticamente in concomitanza col nuovo decreto del 18 ottobre, che dispone per i ristoranti l’obbligo di chiudere massimo a mezzanotte, oltre che di far sedere massimo sei persone per tavolo.
“Abbiamo deciso di creare uno spazio dove si possa mangiare, ma anche chiacchierare, scherzare e dove si possa ascoltare un po’ di musica di sottofondo, il tutto rispettando le misure sanitarie e di distanziamento sociale previste”, continua Andrea. “Abbiamo tremato all’idea che i ristoranti dovessero chiudere alle ore 22 invece che a mezzanotte, perché questo avrebbe significato farci richiudere ancor prima di poter aprire”.
Rispetto ai provvedimenti che vengono presi per fermare l’aumento dei casi di positività al Covid-19, Andrea ha le idee piuttosto chiare: “Bisogna smetterla di fare terrorismo psicologico nelle persone andando a colpire solamente determinati settori economici, che poi riguardano prettamente chi lavorando rischia sulla propria pelle”.
Secondo lui, “il problema non è la movida serale: vorrei piuttosto invitare qualcuno del governo ad andare a vedere qual è la situazione dentro gli autobus e nelle metropolitane alle 8 di mattina, oppure gli assembramenti che si creano all’entrata e all’uscita delle scuole”.
Ma non è solo la stretta ai locali che lavorano nei settori della ristorazione e della somministrazione a preoccupare l’imprenditore romano: “Anche l’incentivo allo smart working negli uffici è dannoso, perché significa automaticamente uccidere tante attività d’impresa”.
Il riferimento non è solo ai bar e alle tavole calde dove gli impiegati vanno a fare colazione o il pranzo, “ma anche a tutto il sottobosco di attività che nessuno considera, come chi rifornisce le macchinette del caffè, i dispenser dell’acqua o chi vende la carta o i toner delle macchine fotocopiatrici negli uffici”.
Andrea conclude con una riflessione amara: “Spesso la sensazione che abbiamo, nonostante dicano il contrario, è quella di essere nelle mani di chi non ha la minima contezza rispetto a ciò che si debba fare. Quello che chiediamo è solo di applicare un minimo di criterio per far in modo che si venga davvero messi nelle condizioni di poter ripartire: noi ce la stiamo mettendo tutta”.