8 Ottobre 2019 - 12:00 . Parioli . Cultura
Parioli, rinvenuto un tesoro che si celava nel cuore del quartiere
Nel sottosuolo dei Parioli è stato individuato un autentico tesoro. Andrea Borgnigno – responsabile di Rai Radio Techetè – e Lorenzo Grassi – volontario dell’associazione Osservatorio Sherwood – hanno trovato il punto esatto dove, un tempo, si trovava l’antenna che trasmise la prima diretta radiofonica in Italia, nel lontano 6 ottobre 1924, in un palazzo del Flaminio.
Ma perché l’antenna era così lontana dal luogo della trasmissione? “Per evitare le interferenze del centro abitato – spiega Lorenzo Grassi sul suo blog – era stata localizzata in collegamento telefonico a 3,5 chilometri di distanza, su una delle alture dei Parioli nella zona dei campi di San Filippo. Qui, a 55 metri di quota tra il parco di Villa Ada e piazzale delle Muse, svettavano i due piloni a traliccio in legno alti 40 metri forniti dalla ditta veneziana Pasqualini e Vienna, che fungevano da antenna per un impianto del tipo Q delle officine genovesi della Compagnia Marconi Italiana”.
La scoperta è stata fatta, appunto, all’altezza di Villa Ada e piazza Bligny, da cui partono via Mafalda di Savoia e via Tommaso Salvini. In quelle strade, un tempo, sorgeva Villa San Filippo, divenuta oggi la Casa per ferie “Santo Rosario”. E proprio nel parcheggio dell’istituto, è ben visibile il rattoppo di cemento che indica il punto esatto dell’antenna.
Lorenzo Grassi spiega come lui e Borgnino siano arrivati al traguardo: “C’è una relazione tecnica scritta dall’ingegnere Corrado Tutino sui primi numeri della rivista Radio Orario del 1925, con tanto di foto e disegni, che però non ne indica con precisione l’ubicazione. Così ci siamo messi a caccia. Prima abbiamo rintracciato le rare immagini dei tralicci di San Filippo e poi – grazie ad uno studio comparato delle antiche cartografie, qualche triangolazione sui palazzi dell’epoca sopravvissuti e alcuni sopralluoghi in zona – siamo riusciti a ritrovare e individuare con estrema esattezza l’area dove sorgevano i grandi piloni di legno”.
Grazie a tutto questo, ora i Parioli riscoprono un pezzo della sua storia – e di tutta Italia – che il tempo aveva cancellato dalla memoria del quartiere. “E chissà – conclude Grassi – che nel sottosuolo non ci sia ancora la raggiera dei 36 fili di rame (lunghi 50 metri e collegati a piastre di ferro galvanizzate) che garantivano la presa di terra dell’impianto”.