24 Luglio 2020 - 9:32 . Pinciano . Cronaca
Mura Aureliane, questa è la città segreta dei clochard. Ecco l’incredibile video
C’è un’umanità indifesa ed emarginata che vive lungo le Mura Aureliane. Tende, sacchi a pelo, cartoni, come mostra il video di un residente, Luca Laurenti, portavoce dell’organizzazione no profit Riprendiamoci Roma. Arrangiati come possono, decine di clochard trascorrono le loro giornate tra viale Pretoriano e Porta Pinciana, passando per i sottopassi di Porta Pia e via Catania. Accanto a loro scorre una linea, la nuova bike lane che collegherà la pista ciclabile Nomentana con la stazione Tiburtina e l’Esquilino. Un progetto di mobilità dolce che renderà più moderne molte zone di Roma, compresi il Trieste-Salario e il Pinciano. Ma sullo sfondo rimane quella sacca vuota di povertà che fa male.
“La polizia ci ha sgomberato da Termini a causa delle nuove norme sul Covid”, spiega Abhijat, indiano di Calcutta, “e noi ci siamo spostati a viale Pretoriano. Così siamo vicini al centro Caritas di via Marsala e al Policlinico Umberto I. Questo giardinetto è un punto strategico per chi come noi non ha casa né lavoro”. Lungo questo tratto di mura si susseguono tende e cartoni. A terra corpi semi coperti dormono al fresco degli alberi. E lungo la via si incontrano sacchi dell’immondizia ogni 5-6 metri. È l’immagine di un quartiere che corre a due velocità. Anche Paolo, 64 anni, portamento distinto, voce gentile e sguardo sofferente, fa parte del gruppo di italiani e stranieri che vivono accampati a ridosso delle Mura Aureliane. “Amo leggere”, dice. “In questo periodo mi sto dedicando ai racconti” di Anton Čechov. Sono bellissimi, mi fanno, sentire meno solo”.
Poco distante, a ridosso di via Veneto, vive Boris, un moldavo di 65 anni, ex carpentiere. Da oltre mille giorni vive sperando che Roma Capitale gli assegni una casa popolare, ma la realtà è ancora quella dura della strada. Ama pregare e sopra il suo materasso, accanto a un orologio, c’è un piccolo crocifisso con un fiore finto rosso. E poi una fila di luminarie natalizie, per dare l’idea che la festa può essere anche qui, non solo nelle case. Nel frattempo, a qualche centinaio di metri l’Accademia di Francia ristruttura 400 metri di Mura Aureliane, un progetto che prenderà quattro anni. Boris spera per allora di aver trovato una sistemazione migliore.
E nella terra di mezzo tra Porta Pinciana e viale Pretoriano, i sottopassi intorno a Porta Pia vivono una condizione oltre l’umano. Lo scorso 29 febbraio la polizia locale di Roma Capitale, insieme ad Ama, aveva eseguito un intervento di pulizia e sanificazione dei sottopassi di piazzale di Porta Pia e di corso d’Italia. Ora sono nuovamente in stato di abbandono. Gli ultimi del quartiere vivono nascosti tra i rifiuti, rannicchiati in giacigli di fortuna. Una situazione aggravata dall’emergenza Covid-19. Per quanto il numero dei contagi si sia notevolmente abbassato, il virus non è stato sconfitto. E i sottoscala nel quadrante di Porta Pia sono un potenziale focolaio.
Sono i paradossi di un’area che da un lato evolve grazie alla realizzazione di una nuova pista per le due ruote, dall’altra porta le cicatrici di un’umanità ferita e confusa.