14 Giugno 2021 - 16:15 . FuoriQuartiere . Movida
Lazio in zona bianca, tornano i giovani nelle piazze. Ecco i luoghi a rischio di “malamovida”
Ci siamo, il Lazio è in zona bianca. Il cambiamento più significativo è l’abolizione del coprifuoco, ciò vuol dire che non è più obbligatorio rientrare a casa entro una certa ora: ci si può insomma spostare senza limiti di orario e senza autocertificazione. Quest’ultima sarà necessaria solo nel caso in cui ci si debba spostare in una regione che si trova in zona arancione o rossa.
Bar, ristoranti, locali e altre attività di ristorazione sono aperti ed è possibile consumare cibi e bevande al loro interno, senza limiti orari. Complice l’arrivo della bella stagione, la chiusura delle scuole e, soprattutto, la voglia di uscire di casa anche di sera senza più tenere d’occhio l’orologio, torna il rischio di “malamovida” con diversi luoghi che si riempiranno di giovani. Non solo nei locali, ma anche nelle piazze e nei giardini. Ecco la mappa della movida che interessa il nostro territorio:
Ponte Milvio
I bar e i locali nella zona di Ponte Milvio sono, storicamente, i più frequentati dai residenti del nostro territorio, sia per la vicinanza geografica, sia per l’attrattiva che offre.
Piazza Euclide
Piazza Euclide di giorno è un via vai di macchine e persone e la notte, specialmente nel weekend, si trasforma in una mini discoteca a cielo aperto. Gruppi di ragazzi che, dopo aver parcheggiato in mezzo alla strada le loro microcar, accendono l’autoradio a tutto volume e trascorrono la notte tra musica e alcool. A interrompere questi eccessi della movida pariolina è spesso la polizia.
Villa Borghese
Il tam tam sui social e poi le botte. Una scena che si è ripetuta spesso, durante l’emergenza pandemica, a Villa Borghese. Uno dei luoghi più incantevoli della città e stato spesso teatro di movida molesta, negli ultimi tempi si è anche trasformato in un ring dove gruppi di giovani hanno menato le mani. Senza un motivo.
Pincio
Le immagini della vergogna hanno fatto il giro d’Italia lo scorso dicembre: dozzine di giovanissimi che si sono dati appuntamento al Pincio solo per il “gusto” di picchiarsi e, chi non lo dava pugni, faceva il tifo o riprendeva la scena col telefonino.