28 Febbraio 2021 - 12:45 . Flaminio-Parioli . Cultura
L’assessora alla Cultura Camellini: “Il Flaminio diventi un polo attrattivo per la città”
di Gianluigi Spinaci
Arianna Camellini è stata scelta come nuova assessora alla Cultura nella giunta del II Municipio a cui sono state affidate le deleghe alle politiche culturali, universitarie, per la ricerca e il lavoro, memoria, partecipazione, fondi europei e patrimonio.
Bolognese, classe 1973, Camellini svolge la professione di commercialista ed è membro della Direzione regionale del Pd, con la passione per la politica coltivata da quando era ragazza. Abita al quartiere Africano, è sposata con due figlie e vive a Roma dal 2006.
Assessora Camellini, da quanto ha potuto constatare nei primi giorni del suo nuovo incarico, che idea si è fatta della situazione culturale nel nostro Municipio, in particolare in questo periodo di emergenza dovuta al Covid?
In questi primi giorni sto studiando molto. In questo periodo gli uffici e i funzionari del Municipio sono stati molto impegnati nel settore della cultura. Ringrazio la presidente Del Bello e i colleghi di Giunta che hanno svolto un ottimo operato in questo senso. Ci sono tanti progetti attivi, soprattutto in ambito culturale, che sto approfondendo e in cui voglio dare il mio contributo. Quello della cultura è un comparto che si trova in grande difficoltà in questo momento e su cui bisogna intervenire in modo massiccio. Da subito ho visto una grande disponibilità e un grande fermento. In questi giorni ho iniziato a sentire alcune associazioni culturali per ascoltare da loro come stanno e per fargli sentire la mia vicinanza.
Che ruolo può svolgere la cultura in un momento così difficile dal punto di vista sociale per i cittadini?
Il II Municipio ha lanciato il progetto degli “Stati generali della cultura” proprio per fare rete tra grandi e piccoli operatori che operano nel settore culturale. L’obiettivo è quello di creare e valorizzare il nostro patrimonio, mettendolo a disposizione di tutta la città e dei cittadini del II Municipio. Ritengo che questo sia l’unico modo per uscire insieme da questa crisi, attraverso una crescita non solo culturale e sociale ma anche economica, puntando in particolare sul turismo.
Quali obiettivi si è posta per i prossimi mesi? Dove ha intenzione di concentrare maggiormente i suoi sforzi?
Sono partita dalla cultura e dalla memoria, ma via via affronterò ogni aspetto legato alle deleghe che mi sono state assegnate. In particolare voglio portare avanti la relazione con le università e con i ricercatori, visto il ruolo fondamentale che svolge la scienza.
Al posto delle ex caserme di via Guido Reni nascerà un Polo civico pubblico con spazi per la cultura e un’area destinata alla diffusione della cultura scientifica. Come giudica questo progetto?
Conosco il progetto da quanto ho letto sui giornali e sulle relazioni ufficiali. Avrò un incontro su questo tema nei prossimi giorni. Immagino quella zona come un grande distretto culturale, turistico e sportivo. Speriamo che possa essere fatta anche una grossa riqualificazione di tutto il quartiere Flaminio, in modo da rendere accogliente per i cittadini e per i turisti tutto questo quadrante. Può diventare una destinazione non solo culturale, per il Maxxi e l’Auditorium, ma anche sportiva. Penso allo stadio Flaminio, che mi auguro possa venire presto ristrutturato.
A settembre i Parioli hanno perso un simbolo: lo storico Teatro Euclide ha chiuso per sempre i battenti. Cosa può fare l’amministrazione municipale per cercare di salvare i teatri e in generale i luoghi della cultura in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo? Il recovery fund può essere un’arma per dare loro ossigeno e rilanciarne l’attività?
Per prima cosa bisogna incontrare e sentire come stanno le persone che gravitano intorno ai teatri. Non parliamo solo di edifici ma anche di uomini e donne, attori, maestranze e compagnie teatrali. Li incontrerò tutti e li ascolterò, cercando di creare una rete che raccolga i rappresentanti di tutto il Municipio. Credo che il Recovery found possa offrire delle possibilità ma è importante creare dei progetti e capire se ci sono da subito degli spazi per poterli sostenere.
Spesso luoghi di cultura e meraviglie del quartiere vengono sfregiati. Come si può garantire più controllo?
Ci vuole innanzitutto una cultura del rispetto: tutto parte dall’educazione. Non basta una cancellata o la presenza della polizia davanti a un’opera d’arte: tutto questo arriva dopo. Una telecamera può aiutare a identificare chi ha compiuto l’atto vandalico, può avere un valore dissuasivo, ma se non c’è una cultura del rispetto verso il nostro patrimonio storico artistico, non serve a nulla.
Situazione dei parchi: sviluppare più iniziative culturali può garantire alle ville storiche anche un maggiore decoro e sorveglianza?
Le ville storiche sono inserite nel percorso che stiamo portando avanti con gli “Stati generali della cultura”. Vogliamo creare una rete che consenta di riempire di vita e di attività i nostri parchi e le nostre ville.
Il suo mandato scadrà tra pochi mesi, quando ci saranno le prossime elezioni amministrative. Ha intenzione di candidarsi per continuare il suo lavoro nel Municipio?
Io penso che mi candiderò ma non è questo lo spirito con cui ho accettato questo incarico, che mi ha onorata e emozionata. Quando ho deciso di assumere questo ruolo l’ho fatto per cercare di rendere orgogliosi i cittadini e chi ha avuto fiducia in me. Per questo lavorerò con passione.