2 Dicembre 2021 - 18:10 . Flaminio-Parioli . Scuola

Gli studenti dell’Azzarita occupato: “Norme anti Covid per le scuole troppo rigide”

Alunni in classe
Alunni in classe

Un gesto di “esasperazione massima”, dovuto alla “rigida applicazione delle norme anti-Covid imposte dal ministero e dalla prefettura”. Come il divieto di muoversi liberamente per l’istituto e l’obbligo di rimanere seduti al banco, se non per andare in bagno.

Gli studenti e le studentesse del liceo Azzarita hanno motivato così l’occupazione dell’istituto, avvenuta nella mattina del primo dicembre. Ultima, con quella del liceo Avogadro, di una serie di occupazioni che hanno già coinvolto circa 30 istituti della Capitale.

“Le possibilità di socializzazione per gli studenti negli ultimi due anni sono state sostanzialmente inesistenti, adesso all’interno della scuola continuano a esserlo e non solo, lo scaglionamento orario 8.00/9.40 impone in molti casi orari proibitivi, precludendo così a molti studenti la possibilità di una vita sociale anche al di fuori della scuola — spiegano i giovani —. Gli alunni sono stati trascurati e lasciati sempre per ultimi nelle considerazioni generali, in quanto la maggior parte degli studenti non costituisce elettorato e non ha una vera valenza economica, quindi non ha voce in capitolo su norme e decisioni che li riguardano in prima persona. In altri ambiti le necessità di salute pubblica sono state bilanciate con le necessità economiche e di consenso. È ovvio ed evidente che gli studenti non sono portatori di nessuno degli interessi sovra elencati. Mentre al di fuori della scuola fino a ora è stato possibile mangiare al ristorante, prendere mezzi pubblici e treni regionali, partecipare a manifestazioni e cortei e frequentare negozi e centri commerciali, gli studenti sono costretti a un regime ferreo, semicarcerario e potenzialmente dannoso per la loro salute”.

Il primo dicembre, all’alba, un gruppo di studenti aveva provato una prima azione, ma era stato fermato dal personale Ata. Rimasti fuori dalla scuola, i giovani avevano quindi riprovato a entrare da un altro ingresso. Alcuni studenti erano riusciti a raggiungere il tetto della scuola, dove è stato esposto lo striscione “Azzarita presente”. A quel punto gli studenti rimasti fuori dalla scuola sono riusciti a entrare e, al termine di un’assemblea, hanno ufficializzato l’occupazione. Intanto nell’istituto erano già arrivate le forze dell’ordine, chiamate dalla dirigente scolastica Maria Urso.

“La preside ha fatto girare una circolare in cui diceva che noi avevamo sequestrato i ragazzi presenti dentro la scuola, quando nessuno è mai stato costretto a rimanere dentro — spiega alla Dire Livio Borghese, studente e membro della lista “Libera” — gli ispettori del commissariato ci dicevano che la preside aveva già richiesto lo sgombero con la forza e ci avrebbe denunciati per lesioni aggravate. Ma noi non siamo mai riusciti a parlare direttamente con lei, la preside ha sempre negato ogni tipo di apertura al dialogo. Abbiamo parlato solo con la polizia”.

Il dialogo con gli agenti sta continuando anche in queste ore in maniera pacifica, assicurano gli occupanti. L’intenzione dei ragazzi è quella di continuare la mobilitazione fino a domani sera o sabato mattina, “sempre se la preside non manda la polizia — aggiunge Borghese —. La cosa peggiore sarebbe fare la figura dei vandali, perché se ci portano fuori la scuola rimarrebbe disordinata. Mentre terminando l’occupazione riusciremmo a pulirla”.

L’autogestione sta proseguendo con dibattiti sull’attualità e corsi organizzati dagli studenti. “Porteremo avanti questa occupazione nel pieno rispetto delle norme anti-Covid vigenti, garantendo l’uso della mascherina negli spazi interni dell’istituto e il controllo del Green pass, e permetteremo l’accesso all’edificio unicamente agli studenti dell’istituto. Ci occuperemo inoltre del tracciamento degli studenti in modo da poter riferire alla Asl i dati necessari in caso di contagi durante l’occupazione”, spiegano i ragazzi.