12 Ottobre 2020 - 14:30 . FuoriQuartiere . Cronaca
Covid, nuovo decreto in arrivo: dalla quarantena alle feste, ecco cosa cambia
La vita del Flaminio e dei Parioli, e non solo, continua a essere stravolta a colpi di decreti legge. Intanto, quarantena ridotta a 10 giorni e un solo tampone: queste le principali novità indicate dal Comitato tecnico scientifico sul fronte della lotta al Covid-19. Da ora in poi tutte le persone che sono state a contatto con un caso sospetto dovranno restare a casa 10 giorni e non più 14. Una nuova impostazione, che dovrebbe servire a ridurre il numero di tamponi effettuati e anche a bloccare per meno tempo le persone a casa.
Alla fine della quarantena, inoltre, sarà necessario sottoporsi a un tampone molecolare unico. Novità anche per quanto riguarda gli asintomatici: chi viene trovato positivo con un tampone, ma non sviluppa nessun sintomo dovrà stare in quarantena per 10 giorni. Al termine dei quali farà un test molecolare. Se dopo 10 giorni il tampone effettuato su un asintomatico sarà sempre positivo il test verrà ripetuto dopo una settimana. Superati però i 21 giorni, l’isolamento sarà comunque interrotto. Secondo gli esperti del Cts e sulla base di studi internazionali, infatti, dopo i 2o giorni la carica virale sarebbe talmente bassa da non rendere più il soggetto in grado di infettare.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, inoltre, ha dichiarato che potrebbe essere approvato già entro stasera, lunedì 12 ottobre, il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) con le nuove misure di contenimento alla diffusione del Covid che sono al momento allo studio per contrastare l’impennata dei contagi. Tra le novità che potrebbero essere introdotte ci sono lo stop alle feste private, anche in casa, e la sospensione degli sport amatoriali di contatto, come il calcetto. Sono possibili anche riduzioni al numero dei partecipanti a matrimoni e funerali, che potrebbero non superare le 15 unità.
È probabile che sia inserito nel decreto anche un incentivo al ricorso allo smart working e un tetto al numero di persone che potranno essere presenti in ogni stanza negli studi professionali. Si potrebbero inoltre affidare ai medici di famiglia e pediatri i tamponi rapidi.