16 Ottobre 2020 - 13:38 . Flaminio-Parioli . Cronaca
Covid, il nuovo decreto vieta il calcetto tra amici: tutta la rabbia dei gestori
Le misure anti Covid del nuovo decreto, firmato dal premier Conte nella notte tra il 12 e il 13 ottobre, vieta gli sport di contatto a livello amatoriale per i prossimi 30 giorni. O per meglio dire: niente più partite di calcetto con gli amici.
Una notizia che sta gettando nello sconforto i gestori degli impianti sportivi, che non potranno più accogliere associati – e non – per la classica partitella della sera. Per Ludmilla Materassi, presidente del Circolo della Stampa a piazza Mancini, questa situazione è “un vero incubo. Il danno è enorme per tutti i gestori di campi sportivi”.
E rincara la dose: “È una presa in giro, così lavoriamo tre mesi sì e uno no. Non è giusto neanche nei confronti degli iscritti, a cui peraltro dobbiamo riconoscere bonus di recupero per evitare problemi legali. Intanto, però, dal governo non abbiamo visto un euro di aiuti e neanche una diminuzione dei costi degli affitti. Tutto questo non ha logica, non lo accetto”.
Guido Tommasi, presidente dell’Orange Futbol Club a viale degli Olimpionici, annuncia invece di non volersi arrendere: “In queste ore stiamo valutando il testo della legge con i nostri consulenti e gli altri operatori del settore. Allo stato attuale non posso dire però che continueremo a giocare, perché rischiamo di trovarci poi in una posizione che se tenuta solo da noi diventa indifendibile”.
E ancora: “Stiamo studiando la possibilità di proseguire l’attività nel rispetto delle norme del nuovo decreto, considerando che stiamo già applicando tutto quello che è indicato per contrastare la diffusione del virus, e che operiamo nell’ambito del Coni attraverso l’affiliazione a un ente sportivo. Noi lavoriamo in modo proattivo, ogni nostro utente è tesserato e tracciato. Quindi riteniamo di poter rientrare nel rispetto di quanto previsto dalla legge”.
Conclude Tommasi: “Vedremo anche come si comporteranno gli altri gestori e vedremo se il ministero e chi di dovere comunicheranno delle ulteriori specifiche. Mi sembra di capire che si vuole premiare chi come noi ha rispettato tutti gli onerosi impegni di prevenzione e riorganizzazione dell’attività. Un conto è lo sport di contatto lasciato “spontaneistico”: comportamenti individuali senza controllo e impianti sportivi che non adottano misure di prevenzione. Un altro conto è quello che stiamo già facendo noi, e che faremo con ancora più attenzione”.
Per Giuseppe Angiolini, direttore del Circolo sportivo Italia, di via della Bufalotta 120, “si tratta di una decisione assurda, che rischia di distruggere le realtà sportive di Roma e non solo”. Secondo Angiolini, inoltre, “anche nelle attività agonistiche c’è il rischio di generare contatti troppo ravvicinati. Eppure si sceglie di penalizzare solo lo sport a livello amatoriale, mettendo in difficoltà un’intera categoria di professionisti che sta faticosamente tentando di sopravvivere a questo momento di grande crisi”. Quello che per il momento permette al circolo sportivo di via della Bufalotta di sostenersi è la “diversificazione delle attività” come spiega il direttore. Nel centro, infatti, si praticano anche tennis, paddle e ginnastica ritmica.