13 Ottobre 2020 - 14:00 . Flaminio-Parioli . Cronaca
Covid, il nuovo decreto vieta il calcetto tra amici: tutta la rabbia dei gestori
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Le misure anti Covid del nuovo decreto, firmato dal premier Conte nella notte tra il 12 e il 13 ottobre, vieta gli sport di contatto a livello amatoriale per i prossimi 30 giorni. O per meglio dire: niente più partite di calcetto con gli amici.
Una notizia che sta gettando nello sconforto i gestori degli impianti sportivi, che non potranno più accogliere associati – e non – per la classica partitella della sera. Per Ludmilla Materassi, presidente del Circolo della Stampa a piazza Mancini, questa situazione è “un vero incubo. Il danno è enorme per tutti i gestori di campi sportivi”.
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E rincara la dose: “È una presa in giro, così lavoriamo tre mesi sì e uno no. Non è giusto neanche nei confronti degli iscritti, a cui peraltro dobbiamo riconoscere bonus di recupero per evitare problemi legali. Intanto, però, dal governo non abbiamo visto un euro di aiuti e neanche una diminuzione dei costi degli affitti. Tutto questo non ha logica, non lo accetto”.
Guido Tommasi, presidente dell’Orange Futbol Club a viale degli Olimpionici, annuncia invece di non volersi arrendere: “In queste ore stiamo valutando il testo della legge con i nostri consulenti e gli altri operatori del settore. Allo stato attuale non posso dire però che continueremo a giocare, perché rischiamo di trovarci poi in una posizione che se tenuta solo da noi diventa indifendibile”.
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E ancora: “Stiamo studiando la possibilità di proseguire l’attività nel rispetto delle norme del nuovo decreto, considerando che stiamo già applicando tutto quello che è indicato per contrastare la diffusione del virus, e che operiamo nell’ambito del Coni attraverso l’affiliazione a un ente sportivo. Noi lavoriamo in modo proattivo, ogni nostro utente è tesserato e tracciato. Quindi riteniamo di poter rientrare nel rispetto di quanto previsto dalla legge”.
Conclude Tommasi: “Vedremo anche come si comporteranno gli altri gestori e vedremo se il ministero e chi di dovere comunicheranno delle ulteriori specifiche. Mi sembra di capire che si vuole premiare chi come noi ha rispettato tutti gli onerosi impegni di prevenzione e riorganizzazione dell’attività. Un conto è lo sport di contatto lasciato “spontaneistico”: comportamenti individuali senza controllo e impianti sportivi che non adottano misure di prevenzione. Un altro conto è quello che stiamo già facendo noi, e che faremo con ancora più attenzione”.
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Per Giuseppe Angiolini, direttore del Circolo sportivo Italia, di via della Bufalotta 120, “si tratta di una decisione assurda, che rischia di distruggere le realtà sportive di Roma e non solo”. Secondo Angiolini, inoltre, “anche nelle attività agonistiche c’è il rischio di generare contatti troppo ravvicinati. Eppure si sceglie di penalizzare solo lo sport a livello amatoriale, mettendo in difficoltà un’intera categoria di professionisti che sta faticosamente tentando di sopravvivere a questo momento di grande crisi”. Quello che per il momento permette al circolo sportivo di via della Bufalotta di sostenersi è la “diversificazione delle attività” come spiega il direttore. Nel centro, infatti, si praticano anche tennis, paddle e ginnastica ritmica.