25 Marzo 2020 - 11:35 . Flaminio-Parioli . Cronaca

Coronavirus, l’appello delle partite Iva del quartiere: “Non fateci sentire già morti”

“Ma cosa serve sospendere e rinviare i pagamenti, se i soldi non li abbiamo oggi e non li avremo nemmeno domani?”. Se lo chiede il mondo delle partite iva, tra le più colpite dall’emergenza Coronavirus e che il decreto “Cura Italia“, varato qualche giorno fa dal Governo, tocca solo marginalmente. Per questo, tra i professionisti del quartiere, gira da giorni un messaggio social, che è un vero grido di protesta ma anche di allarme per la categoria.

“500/600 euro una tantum per le partite iva e gli autonomi, noi che alimentiamo le casse dello Stato, noi che non siamo tutelati in niente, noi che non abbiamo battuto ciglio alla chiusura dell’attività (fatta ancor prima del decreto per senso civico), noi che non percepiamo un centesimo in questi giorni toccando i nostri risparmi per poter fare la spesa. E a noi date solo 500/600 euro una tantum?”, si chiede il mondo delle partite iva.

Per questo chiedono ben altro: “Dateci sostegni economi più consistenti. Bloccate Iva, Irpef, Inail, imposta sui redditi, acconto 2021, Inps e chi più ne ha più ne metta. Se volete che l’Italia riparta dopo questa grande sciagura non fateci sentire già morti. Perché le Partite Iva sono anche madri e padri di famiglia che hanno investito tutto sul proprio sogno trascurando a volte anche i propri affetti e questo sogno oggi sta svanendo piano piano”.