20 Ottobre 2020 - 9:38 . trieste-salario . Cronaca
Sos Villa Ada: buche e degrado. I residenti: “Così muore il nostro gioiello verde”
“Villa Ada è splendida, ma è abbandonata a se stessa”. Sono le parole più ricorrenti tra i residenti del quartiere. All’indomani di un articolo scritto dall’economista Guido Cutillo su come rendere migliore il parco, Roma H24 ha chiesto un’opinione sui problemi da risolvere alle persone che frequentano l’area ogni giorno. Ne emerge un quadro variegato e ricco di sfumature, ma il comune denominatore è sempre lo stesso, un’unico appello: “Salviamo Villa Ada, così muore”.
Carla Naticchioni, pensionata, è un’ex runner che ora preferisce le camminate alla corsa: “Ho paura a fare alcune strade, sono piene di buche. Poi bisognerebbe ripristinare i bagni e aggiungere alcune fontanelle. In tutto ce ne sono due. Troppo poche per le migliaia di persone che frequentano il parco”. Ezio Paolini è un veterano tra i runner della zona: “Le fogne lungo il sentiero che dal lago grande porta alla parte alta della villa sono ostruite. Inoltre fino a qualche anno fa si poteva affittare una canoa per andare sul lago. Ora questo servizio sembra scomparso”, dice.
“Manca l’illuminazione e il tratto su via Panama è una selva”, aggiunge Niccolò Chiapello. Guido Squarti è un appassionato di bici: “Questa amministrazione sta realizzando molte ciclabili, ma sono un po’ tutte scollegate tra loro. Villa Ada, secondo il progetto del Grab (Grande raccordo anulare delle bici, ndr) dovrebbe essere integrata in questa rete di piste. Sarebbe un modo per raggiungerla più facilmente anche per chi viene da fuori”. Tasto dolente è poi la mancanza di manutenzione del verde:
“Gli alberi crollati o potati perché considerati malati, non sono mai stati sostituiti. Così il più grande bosco di Roma, un po’ alla volta, si andrà perdendo”. Carla invece pone una domanda: “Da otto anni a parco Rabin, ci sono transenne che impediscono l’accesso a un’area pericolosa per i crolli. Tutto intorno la vegetazione è incolta. Ma quando interverrà il Comune? Anche perché nel frattempo molte recinzioni sono crollate a terra”. Giovanni poi sottolinea come i ciliegi, donati dall’imperatore del Giappone prima del secondo conflitto mondiale siano ora in buona parte morti: “Si trovano nell’area transennata e nessuno se ne prende cura”.