9 Ottobre 2020 - 16:52 . FuoriQuartiere . Cronaca
Asl Roma 1, code fino a 5 ore per il tampone drive-in: la rabbia di chi è in fila (video)
Code chilometriche e attese che arrivano anche oltre le 5 ore. Questa la situazione oggi, 9 ottobre, davanti al drive-in di Santa Maria della Pietà, dove è possibile effettuare il tampone per verificare l’eventuale positività al Covid-19.
Già dalle prime ore della mattina, erano tantissime le persone in fila per il test nella postazione allestita dalla Asl Roma 1, distretto a cui appartiene il nostro quartiere. RomaH24 ha raccolto le testimonianze dei presenti, seduti nei propri abitacoli in attesa.
L’AUMENTO DEI CONTAGI
Gli avventori – così come le attese – ai drive in crescono in maniera direttamente proporzionale all’aumento dei contagi in tutto il Lazio. Secondo il bollettino diramato dalla Regione il 9 ottobre, su circa 13mila tamponi, si sono infatti registrati 359 positivi al Coronavirus e 6 decessi. Di questi, 144 a Roma, 62 dei quali nella Asl Roma 1, con 3 morti.
DRIVE-IN, LE REGOLE SA SEGUIRE
I drive-in sono i punti del Servizio Sanitario Regionale in cui è possibile eseguire dalla propria auto i tamponi nasofaringei per la ricerca del SARS- COV2 con metodo molecolare. Il tampone è un esame rapido che serve a diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi l’infezione in corso.
I cittadini, muniti di tessera sanitaria e documento di identità, restano nella propria auto mentre il personale infermieristico effettua il tampone faringeo indossando gli idonei dispositivi di protezione. Al termine dell’operazione, il cittadino può tornare al proprio domicilio.
Possono accedere al drive-in:
1) I cittadini prenotati dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) per monitoraggio delle sorveglianze e quarantene, contact tracing, positività allo screening sierologico, pre-ospedalizzazione.
2) I cittadini muniti di ricetta dematerializzata prescritta dal Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera Scelta o Medico Specialista.
3) I cittadini che devono recarsi all’estero e devono eseguire il test in ragione di specifiche normative o accordi internazionali.
4) I cittadini risultati positivi al test rapido, eseguito presso le strutture private autorizzate dalla Regione Lazio.