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Villa Paganini: viaggio tra topi, rifiuti e giacigli per i senzatetto
di Diego Buonomano Valdivieso
Organizzarsi autonomamente per garantire il decoro del quartiere e sopperire ai disservizi del Comune di Roma. È quanto stanno facendo i residenti del Trieste-Salario per intervenire e migliorare la situazione di degrado in cui da tempo versa Villa Paganini. Fra topi che circolano liberamente tra il ninfeo e il laghetto (ormai prosciugato), e rami e tronchi ignorati dagli addetti dell’AMA, quello che fino a poco tempo fa era un gioiello proprio di fronte a Villa Torlonia, oggi è diventato un pericolo per bambini, anziani e animali da compagnia.
La task force dei residenti
A decidere di agire sono stati i frequentatori abituali del parco. Dopo aver creato un fondo cassa comune e essersi rivolti ad una tabaccheria e ad un vivaio per reperire i mezzi necessari, si sono rimboccati le maniche per una buona causa. Dopo aver rimosso tutti i forasacchi (piante graminacee particolarmente pericolose per i cani) e aver tagliato gli arbusti ormai fuori controllo, i volontari hanno addirittura ricevuto un rimprovero da un addetto del Servizio Giardini, per essersi occupati di uno spazio pubblico e, quindi, di competenza del Comune di Roma e non loro. Il dato di fatto, ancora oggi, è che in assenza di iniziative più o meno isolate, da parte di uomini e donne di buona volontà, Villa Paganini rimane abbandonata a se stessa.
Un degrado impossibile da ignorare
La grotta artificiale è adibita a pattumiera: qualcuno ha aperto un varco nella recinzione che ne impediva l’accesso e oggi è un contenitore di cartacce, bottiglie di plastica e lattine. E pensare che un tempo da lì fuoriusciva l’acqua che alimentava il ninfeo e il laghetto, ormai entrambi prosciugati. Villa Paganini è diventata un luogo di ricovero per tanti senzatetto che, proprio nei pressi del ponticello, allestiscono dei giacigli di fortuna. Anche loro, però, devono fare i conti con i topi, giorno dopo giorno sempre più padroni del parco. Completano il quadro di degrado panchine divorate dalla vegetazione, cestini dell’immondizia distrutti e rami ancora accatastati dopo la nevicata del 26 febbraio. Neanche gli alberi sembrano essere sicuri: negli ultimi tempi ne sono caduti tre, l’ultimo dei quali a settembre, quindi il problema potrebbe essere imputabile non solo alla neve.
Le voci del quartiere
Barbara Lessona è la Presidente del Comitato “Amo il quartiere Trieste” ed è la prima a denunciare lo stato in cui versa Villa Paganini: “Da anni con il nostro comitato siamo impegnati nella tutela e nel recupero del territorio, in particolare dei parchi. Per Villa Paganini, in passato, abbiamo stanziato investimenti nostri per combattere il degrado e, che ci si creda o no, oggi la situazione è migliore rispetto a prima: pensate un po'”. Lessona è tornata anche sul caso del laghetto prosciugato: “Bisognerebbe essere quasi contenti – commenta ironicamente – recentemente, infatti, abbiamo fatto esaminare l’acqua che vi stagnava all’interno ed è emerso che conteneva tracce fecali, quindi estremamente dannose per la salute dei frequentatori della Villa e pericolose per la qualità ambientale circostante. Le Istituzioni latitano – conclude – ma se serve siamo pronti alla mobilitazione generale”. “Per anni sono venuto a passeggiare in questo parco – afferma il signor Andrea – ma vederlo in tali condizioni mi rattrista. Ecco perché ormai frequento l’antistante Villa Torlonia”. La signora Luciana porta a spasso il proprio cane e ricorda malinconicamente: “Circa dieci anni fa era un piacere camminare qui. Il laghetto presentava un’acqua cristallina e l’atmosfera era totalmente diversa, ma purtroppo la villa sta morendo come una persona malata e dimenticata”. Preoccupati dai continui atti di vandalismo ai danni della grotta e dei cestini, i residenti si chiedono quanto ancora bisognerà aspettare per poter tornare a godere di quello che era un “piccolo gioiello verde”.