21 Novembre 2018 - 16:17 . Trieste-Salario . Scuola

Giornata dell’infanzia, le scuole del quartiere in campo per lo “ius soli”

Sono sette le scuole del quartiere frequentate dagli oltre 100 bambini stranieri, nati in Italia, a cui questa mattina, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il II Municipio ha concesso la cittadinanza simbolica. Obiettivo dell’iniziativa, mandare un segnale di solidarietà, di integrazione e di accoglienza. Non a caso, il nome dell’evento era “A matita siamo tutti uguali”, per sottolineare che i bambini non sentono differenze etniche tra di loro.

“Sono nata in Italia da genitori moldavi. Una parte di me è moldava. Ma dall’altra parte mi sento italiana, perché ho frequentato sempre scuole italiane, i miei amici sono tutti italiani, in famiglia parliamo sempre italiano tra di noi, e mia madre sa preparare ottime lasagne”. È solo uno dei pensieri espressi dagli oltre 600 bambini che oggi, mercoledì 21 novembre, hanno partecipato all’incontro all’università La Sapienza. La mattinata, interamente dedicata ai bambini, ha visto protagoniste 12 scuole del territorio, tra le quali diversi istituti del Trieste-Salario (la scuola Luigi Settembrini, l’IC Via Volsinio, l’IC Sinopoli Ferrini, la Alfieri Lante della Rovere, il VII Circolo Montessori, l’IC Piazza Winckelmann, e l’istituto per sordi Magarotto).

E per l’occasione gli alunni hanno preparato degli interventi da leggere davanti ai loro piccoli colleghi. Dalla Moldavia al Portogallo, passando per l’Argentina, i bambini hanno raccontato le esperienze di integrazione che hanno vissuto nella loro vita. “Mi sono integrato subito nella mia scuola grazie al gruppo classe in cui mi sono trovato. E così anche nel quartiere, il Trieste-Salario”, racconta uno studente delle medie. Frequenta la Settembrini di via Sebenico.

E c’è anche chi ha composto una vera e propria poesia in rima. “Sono nato a Piacenza, ma sono venuto a conoscenza di una triste circostanza / Poiché i miei genitori sono stranieri, sono un bambino senza cittadinanza / È strano perché da quando sono nato, all’Italia mi sono affezionato / Qui ho giocato, mangiato, imparato e conosciuto / E ai mondiali, quando l’Italia vinceva, ho sprizzato gioia da tutti i pori / L’altra sera al tg ho sentito parlare dello ‘ius soli’, e i miei mi hanno spiegato che siamo stranieri, anche se mangiamo i cannoli”.

Ma il concetto più importante l’ha espresso un’altra bambina, nata da genitori di origine portoghese. “Questa iniziativa mi ha portato a riflettere sul paradosso di essere considerata straniera in una terra che sento mia”, ha detto.

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