4 Giugno 2019 - 18:10 . Flaminio-Parioli . Cronaca
Commento. Quei mal di pancia che fanno vacillare il Municipio
di Daniele Galli
Mentre il centrosinistra nel resto di Roma rimonta, recupera due Municipi – III e VIII, nel giugno di un anno fa – proprio nel Trieste-Salario il Pd e i suoi alleati rischiano di perdere uno dei due fortini che avevano resistito all’avanzata pentastellata.
Sta accadendo quello che forse in pochi avrebbero presagito tre anni fa, quando le uniche due presidenze portate a casa dai Dem furono appunto quella di Francesca Del Bello nel II, e quella di Sabrina Alfonsi nel I. Ora, mentre la guida della Alfonsi appare salda e compatte le forze che la sostengono, altrettanto non si può dire della Del Bello. La cui maggioranza scricchiola sotto il peso di autolesionistici contrasti intestini.
Gli scontri interni e l’effetto domino
I primi segnali di un cedimento del fortino si avvertono nel novembre scorso, quando la presidente sceglie di salvare il cinema Delle Provincie comprando 25 mila euro di abbonamenti, e bocciando così la proposta di Coletta (Pd) e Seddaiu (Liberi e Uguali) di destinare quella somma alla creazione di aree culturali. Poi, ai primi di maggio Del Bello esautora il suo vicepresidente Andrea Alemanni. Che però non è uno qualsiasi nel Pd: è il presidente dell’assemblea regionale. E il motivo del licenziamento è proprio quello: è troppo impegnato con il Pd, mentre al Municipio serve più pragmatismo.
Sempre a maggio, altro colpo di scena. Il domino scatenato dal divorzio con Alemanni costringe il Municipio a rieleggere le cariche di presidente e vice del Consiglio. Sette consiglieri sugli undici del Pd votano con l’opposizione e così il nuovo vicepresidente diventa Holljwer Paolo – un volto di Fratelli d’Italia – scatenando il malcontento, di nuovo, di Radicali e Civici.
Del Bello derubrica il tutto a schermaglie politiche. Sarà. L’impressione è che invece il centrosinistra stia vanificando il risultato elettorale del 2016, invece di dimostrare che non c’è bisogno di aggrapparsi alla demagogia per amministrare una comunità. Demagogia che in questo Municipio non ha attecchito, come dimostra il voto di tre anni fa.
La grande bellezza oggi preda dei ratti
È un territorio, il nostro, che avrebbe bisogno di meno parole e più fatti. Esattamente quello che chiedeva la Del Bello ad Alemanni. E non per rispondere politicamente ai Cinquestelle, ma perché questo serve al Trieste-Salario.
Alla grande bellezza di un quartiere oggi terra di conquista di ratti e cornacchie, più che di slogan populisti.