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Villa Ada: i detenuti di Rebibbia al lavoro per ripulire il parco

di Francesca Torino

Tagliare gli arbusti, liberare il passaggio in vista della maratona del 25 aprile e rimettere in sicurezza i sentieri, rimuovendo gli alberi caduti. È l’obiettivo con cui, questa mattina, un gruppo di 18 detenuti del carcere di Rebibbia, è stato accompagnato a Villa Ada per contribuire, volontariamente, ai lavori di manutenzione del parco.

 

Il lavoro come strumento di riqualificazione sociale

Far scontare la pena in maniera socialmente utile è il valore fondante del progetto stretto da Roma Capitale e Servizio Giardini, insieme al carcere di Rebibbia. Come spiega Gabriella Stramaccioni, garante per i detenuti di Roma Capitale, “i ragazzi stanno facendo un buon lavoro, hanno tutte le attrezzature necessarie e sicuramente, in breve tempo, riusciranno a liberare tutto il sentiero”. “Questo progetto vuole valorizzare l’impegno volontario di ciascuno – prosegue – ognuno di loro sceglie di uscire dal carcere e di prestare la propria opera a tutela della collettività”. Partito il 26 marzo scorso dal parco di Colle Oppio, il progetto ha una durata di 6 mesi, durante i quali, ogni mattina, i detenuti saranno impegnati in lavori di manutenzione in diversi spazi verdi della Capitale. Al termine di questo periodo, la sindaca Virginia Raggi consegnerà ai volontari una lettera di encomio che attesterà la buona condotta di ognuno.

 

La formazione in carcere e la prova pratica

Il percorso che porta alla conoscenza degli strumenti, e delle tecniche per un corretto lavoro di manutenzione del verde, parte proprio dal carcere. Quindici giorni di formazione durante i quali ai detenuti viene insegnato, dagli addetti del Servizi Giardini, l’uso degli “strumenti del mestiere”: tagliaerba, motosega e decespugliatori, solo per citarne alcuni. “È un bel percorso – racconta Enzo, uno dei volontari al lavoro a Villa Ada – perché offre a tutti noi la possibilità di allontanarci per qualche ora dalla cella in cui siamo costretti a vivere e di impegnarci per qualcosa di utile. In più – spiega il “capocantiere”, nominato così dagli altri per le sue capacità di coordinatore – è uno stimolo utile per riavvicinarci al contatto con le altre persone, il tutto stando all’aria aperta. Tutte cose che a Rebibbia non si possono proprio fare”.

 

Le risposte dei cittadini al progetto

Complimenti, sorrisi e strette di mano non sono mancati. I tanti cittadini, residenti del quartiere e non, che per le loro passeggiate hanno scelto Villa Ada, hanno accolto con favore l’iniziativa, fermandosi a conversare con Enzo e il resto del gruppo e sottolineando l’importanza del lavoro svolto. Rassicurati anche dalla presenza degli agenti della Polizia Penitenziaria, uomini, donne e bambini di ogni età non hanno mai fatto mancare il proprio supporto ai detenuti: “E’ un servizio molto utile – commentano due passanti – e siamo convinti che possa far bene sia alla collettività che a loro stessi. Quando siamo arrivati, vedendo il furgone della polizia, non sapevamo cosa aspettarci, poi invece abbiamo assistito a tutto questo, ad un qualcosa che serve anche ad integrare e non solo a punire”. E, tra un cespuglio potato e un ramo raccolto, ne è convinto anche Enzo che, sorridendo, confessa: “E’ un nuovo inizio”.

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GUARDA l’intervista a Gabriella Stramaccioni

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