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Trieste-Salario, è febbre da monolocale
di Daniela MogaveroSoffitti alti, finiture e ristrutturazioni, terrazze, giardini e un piano alto e luminoso. Sono questi gli elementi che definiscono il monolocale perfetto nel Trieste-Salario. E se le caratteristiche ci sono tutte, il costo può schizzare alle stelle, ma, secondo gli esperti, c’è chi è disposto a pagarlo. Questo “taglio” di appartamento, infatti, può arrivare a costare fino a 350 mila euro, per un tipico 40 metri quadrati soprattutto se si trova in zona di prestigio come le vie attorno a corso Trieste oppure Coppedè. Monolocali e bilocali sono le metrature “regine” della zona e non solo.
Cosa fa salire i prezzi
Si va quindi da un massimo di oltre 8 mila euro al metro quadrato a un minimo di 3 mila. E la differenza tra queste cifre si vede tutta quando si mettono a confronto i dettagli delle case in vendita: il piano, la metratura, le finiture, eventuali ristrutturazioni, mansarde e tetti a spiovere, il contesto di riferimento, il portinaio, la vicinanza alla metropolitana. Tutti elementi cruciali per far salire o meno il prezzo di un monolocale in zona.
Il fascino dell’epoca
Il costo di un monolocale in zona Trieste-Salario supera spesso anche le medie già alte del quartiere. Se a Roma un monolocale si vende a circa 3.500 euro al metro quadrato, con il picco di 4.800 euro al mq per il Trieste Salario, appunto, dai 50 mq in giù la media per un appartamento composto da una sola stanza e bagno può quasi raddoppiare.
È il caso di un monolocale di circa 50 metri quadrati in via Tagliamento, a pochi passi da Coppedè, in un comprensorio d’epoca con portineria e che ha, tra i grandi vantaggi, i soffitti alti quattro metri e le travi a vista. Costo, 350 mila euro. Si scende, ma di pochissimo, 320 mila euro, per un attico/mansarda al sesto piano a via di Tor Fiorenza, nei pressi di piazza Vescovio, che fa del terrazzo il suo fiore all’occhiello. La zona interna, infatti è di 30 metri quadrati, mentre l’esterno ne ha ben 50. Nel quartiere, il prezzo medio di un appartamento di circa 100 metri quadrati è di 4.000/4.500 euro al mq.
Facendo una ricerca online e parlando con gli esperti del settore si viene a sapere che la maggior parte dei monolocali in vendita vengono valutati 250 mila euro. Si tratta di 35-40 metri quadrati al massimo e si va da piazza Annibaliano a Sant’Agnese, da piazza Caprera a via Adigrat.
Occasioni in via salaria
Per trovare qualche occasione bisogna leggermente spostarsi verso il quartiere Africano o su via Salaria dove i prezzi scendono e si riesce a trovare un monolocale anche sotto i 200 mila euro. La differenza, però, anche in questo caso la fanno le famose terrazze e i giardinetti o cortili interni, gli armadi a muro o i soppalchi già costruiti.
Il taglio del monolocale fa gola anche per l’affitto. Secondo gli agenti immobiliari di zona è molto richiesto, da professionisti e coppie, come per la vendita, e anche qui ci sono oscillazioni di prezzo non indifferenti.
Affitti da 700 a 1.200 euro
In questo caso a far salire il prezzo sono le finiture e gli arredamenti. Tra gli annunci più “ricchi” quello di un appartamento in via Savoia, ricavato da un villino indipendente che «fu la residenza di una antica famiglia baronale e della famiglia Pirandello». Affitto 1.200 euro al mese. Con buona pace di chi va in affitto per risparmiare un po’, la media è più bassa. Si parla di circa 700-800 euro al mese anche nelle zone più “in” del quartiere. E anche in questo caso c’è l’imbarazzo della scelta, tra appartamenti in immobili di pregio e storici a loft ipermoderni appena ristrutturati, fino alla casetta minimal, di appena 20 metri quadrati.
Il segreto per abitarci? Ispirarsi alle barche
Ha fatto il giro del web la notizia di un monolocale di New York, nel cuore di Manhattan di appena nove metri quadrati in cui però c’era veramente tutto, dal bagno al letto, dall’armadio al cucinino. Uno spazio veramente ridotto ma superorganizzato. Ed è proprio questo il segreto per rendere funzionale al massimo un monolocale anche davvero piccolo: ispirarsi allo spazio ridotto per eccellenza, quello tipico delle barche. È quanto rivela l’architetto Francesca Cianficconi che svela i consigli per ottimizzare e rendere vivibile anche un appartamento mini a patto di non portarsi dietro troppe cose.
«Disegnando barche per me è una cosa facile pensare a come sfruttare gli spazi al millimetro. Si può usare l’altezza, impiegando tutti gli spazi che sono sotto ai 2,50 metri con soluzioni praticissime come le mini cucine richiudibili che consentono di mantenere una certa estetica e le nuove cappe che riescono a garantire un buon tiraggio. Oppure vani per conservare scarpe e vestiti».
Ci sono poi per la zona notte soluzioni modernissime, di design e che nulla tolgono alla comodità di un letto tradizionale: «I letti con contenitore, i puff, i divani letto, i mobili che si trasformano da scaffali in letti matrimoniali, arredano di giorno e hanno lo stesso comfort dei materassi tradizionali – spiega l’architetto – sono soluzioni praticissime e la scelta di cosa privilegiare, se la zona notte o la zona giorno, dipende molto dall’uso principale che si fa del monolocale. Gli armadi, per esempio, possono essere a muro o con ante e pomelli che nascondano il loro vero contenuto, facendone quasi una seconda parete».
Altro capitolo merita il bagno. «La dimensione minima per un bagno è di due metri quadrati e in questo caso il primo ad essere sacrificato è il bidet – spiega – Se si ha davvero poco spazio, come avviene nelle barche, la doccia viene realizzata con lo scarico a pavimento, usando i muri come pareti. Altrimenti 70×70 cm è la grandezza minima del piatto. L’altezza indispensabile per costruire un bagno, invece, è di 2,40 metri ed è possibile usare un dislivellamento nella zona dove si posiziona il water, abbassando il tetto».
Un must dei monolocali è il soppalco, ma in questo caso, secondo Cianficconi si parla di gioie e dolori: «Quando si pensa a un soppalco in muratura bisogna prima di tutto vedere se esistono le misure necessarie: 2,50 metri sotto e 1,80 sopra è quanto richiesto dalla legge. Teoricamente si tratta di un aumento di cubatura e quindi è necessaria anche richiedere l’autorizzazione. In mancanza di questa altezza minima si possono realizzare dei soppalchi rimovibili che aggirano il problema».