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Tmb, perché la protesta dei cittadini non si ferma

di Antonio Tiso

La battaglia per la chiusura del Tmb su via Salaria va avanti e si arricchisce di una nuova tappa. Sono i cittadini del II e III Municipio scesi in strada per manifestare al civico 981, di fronte ai cancelli dell’impianto.

“Manifestiamo perché non ci fidiamo della sindaca”. Sono le parole con cui Giovanni Caudo, presidente del III Municipio, ha dato inizio alla manifestazione di sabato 16 febbraio. “Sono passati 67 giorni dall’incendio – prosegue – e dalla sindaca non abbiamo ricevuto né una promessa, né una visita nel nostro territorio. Solo comunicati stampa e rendering. Chiediamo al Campidoglio un atto di giunta che sancisca la chiusura definitiva dell’impianto. Serve un atto amministrativo che revochi l’autorizzazione integrata ambientale al Tmb”.

Sono in molti a chiedere la parola durante la manifestazione. Tra questi Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio: “Siamo a un punto decisivo per la nostra battaglia. Chiediamo la chiusura definitiva dell’impianto. Questo posto è stato ed è ancora una discarica da otto anni. Qui dentro c’è un mostro ecologico. Serve un atto di giunta. La nostra non è una battaglia politica, ma una battaglia delle persone che hanno respirato l’aria di questo impianto. Ci sono residenti della zona che in questi anni sono morti maledendo l’impianto Ama sul letto di morte. I dirigenti con cui abbiamo parlato hanno sempre sminuito il problema. Come cittadini chiediamo il rispetto della nostra dignità”.

Per i comitati impegnati da anni nella lotta quella di oggi è una tappa importante. Sergio Caselli, presidente del Comitato Fidene, chiude la manifestazione con parole di sfida: “Faremo altre iniziative. La battaglia è ricominciata“.

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