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Strada simbolo del quartiere, ma senza manutenzione

di Antonio Tiso

Elegante e centrale, via Chiana è una strada dove camminare è sempre piacevole. Divide idealmente la parte del quartiere Trieste nata intorno al Coppedè, con la cosiddetta zona di piazza Verbano. Difficile non essere affascinati dai lecci che la abbelliscono, dai tanti negozi di qualità e dai palazzi residenziali che la incorniciano. È stata realizzata sfruttando il viale alberato che un tempo si trovava nel dominio fiorente di Villa Lancellotti. Il doppio filare di lecci resta ancora oggi l’ossatura principale di via Chiana, fino a scendere a corso Trieste, la vecchia marana di fondo valle che oggi non c’è più.

Una foto d’epoca di via chiana

Non molti lo sanno, ma l’edificio di via Chiana 87 ha una valenza storica. Quale? Ospitò il primo ascensore mai realizzato in Italia per una casa popolare destinata agli impiegati statali (case Incis). Fu inaugurato da Benito Mussolini in persona.

Non tutti lo sanno, ma il mercato coperto di via Chiana esiste solo dal 1957. Prima era all’aperto. All’epoca le voci dei venditori riempivano la strada di colore e urla: “Peperò, carciofi!”. Ed è a quei tempi che Ezio, il figlio di una pescivendola, aprì un’osteria dove con due lire si mangiava il pesce fresco. Le persone anziane del quartiere ancora si ricordano con nostalgia le teglie di baccalà con pomodori e patate. Oggi quell’osteria resiste al passare del tempo e porta il nome di Ezio Le scalette. Con il tempo hanno aperto nuovi locali e oggi via Chiana è una “strada del food”: in 600 metri si alternano 15 fra bar, ristoranti, bistrot e lo stesso mercato.

Restando ai giorni nostri, la mancanza di manutenzione degli alberi e del manto stradale non ne ha incrinato il fascino, ma certamente ha provocato tra i residenti un disagio sconosciuto in passato.

Fabrizio-Fagioli,-giornalaio
Fabrizio Fagioli è il giornalaio di via Chiana dal 1966. “Nella strada c’è stato un ricambio generazionale, ora nella mia edicola si affacciano anche bambini”

Il giornalaio: “Il manto stradale è peggiorato, ma in compenso è una via sicura”
Fabrizio Fagioli, leva del 1966, è il giornalaio di via Chiana. «Mi piace avere rapporti con le persone e qui ho trovato molta cordialità. Ho rilevato l’edicola nel settembre 1996. Prima stavo in via Tagliamento». Tanti i personaggi che sono passati da lui, da Margherita Buy a Fausto Bertinotti, da Giampiero Ingrassia a Matteo Maffucci degli Zero Assoluto. «Una volta veniva a comprare i giornali anche Gianni De Michelis». Alla domanda su come sia cambiata via Chiana, Fabrizio sorride con ironia: «Soprattutto manca la manutenzione: il manto stradale è peggiorato tanto. Rifanno la strada e poi tornano subito le buche. E gli alberi, per otto lunghi anni, non sono stati potati».
Non tutti i cambiamenti sono però stati negativi. «Prima alla mia edicola si affacciavano solo anziani. Ora vendo molti prodotti destinati ai bambini. Ma è proprio via Chiana che si è un po’ ringiovanita». Che la strada sia invece sempre stata sicura è certo, ma c’è stato un momento in cui lo era ancora di più: «Ai tempi in cui Giovanni Maria Flick era ministro di Grazia e giustizia ci sentivamo in una botte di ferro. Casa sua era a pochi passi da qui e la polizia passava pure di notte».

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Maurizio Lo Russo, portinaio dal 1996: “Quella volta che chiamai un’ambulanza per soccorrere una partoriente la cui auto si era fermata per strada senza benzina”

Il portinaio: “Questa zona si è ringiovanita, oggi ci sono più bambini”
Dal 1996 Maurizio Lo Russo lavora come portinaio a via Chiana 5. Nato nel ’58, ha una moglie e due figlie, ma per lui il condominio è una sorta di grande famiglia allargata. «Passo 14 ore qui dentro, sono affezionato a tutti. Negli anni c’è stato un ringiovanimento, un vero e proprio ricambio generazionale che ha riguardato il 60-70 per cento degli inquilini». Ma come è mutata la strada nel tempo? Per Maurizio questo è un tasto dolente: «La vedo più sporca, prima c’era Gianluca, uno spazzino che passava tutti i giorni. Lo conoscevamo di persona. Noi portinai ora puliamo i marciapiedi, tagliamo un po’ l’erba alta. Ma anche i marciapiedi sono rotti». Quando chiediamo a Maurizio un ricordo lieto legato a via Chiana non ha dubbi: «Una mattina un’auto si fermò di fronte al portone. Aveva finito la benzina. Il guidatore scese giù disperato: stava accompagnando la moglie a partorire. Chiamai un’ambulanza al volo e dopo poco la donna era in viaggio verso l’ospedale. Passato un mese vennero a trovarmi per mostrarmi la bambina. È anche merito suo, mi dissero. Ne fui felicissimo e gli ricordai di non lasciare più l’auto a secco».

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Luigino Frattarelli è un veterano del mercato. Ci lavora da quando aveva 13 anni e i banchi si trovavano all’aperto sotto ai lecci dello spartitraffico centrale.

Il fruttivendolo, decano del mercato: “Ero qui quando i banchi erano all’aperto”
Luigino Frattarelli è un volto storico del mercato di via Chiana, così come la moglie Gelsomina, sposata nel 1965. Vende frutta e verdura dal 1950. All’epoca i banchi si trovavano all’aperto. «Arrivai a Roma da Pastena in Ciociaria all’età di 13 anni. Al paese non c’era lavoro e così seguii mio zio». La sua foto di ragazzino che serve tra i banchi all’aperto campeggia ancora tra le immagini d’epoca all’interno del mercato. «Qui tutti mi volevano bene come a un figlio», ricorda con il sorriso. Luigino oggi ha 82 anni ma ancora solleva pesanti buste della spesa e aiuta le anziane a caricarle sulla macchina. «Quando ero ragazzo tutti i giorni andavo a rifornirmi col camion ai Mercati generali in via Ostiense. Quando i banchi erano all’aperto eravamo esposti al caldo, al freddo e alla pioggia, ma lavoravamo fino a 20 quintali al giorno. Oggi se va bene arriviamo a due». Un altro cambiamento che Luigino nota è sulla quantità e la diversità di merce che ora viene esposta: «Un tempo avevamo sei tipi di prodotti. Le patate erano solo di un tipo, così come le mele. Oggi invece ci sono clienti che comprano 4 mele diverse tra loro, perché in famiglia sono in 4 e ognuno vuole una qualità diversa.

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Nicola Coppola ha 60 anni e dal 1981 è il barbiere della via. Originario della provincia di Avellino, è a Roma dal 1977. Gestisce l’attività insieme a Leonardo Pecere

Il barbiere: “Oggi non ci sono più gli artigiani della zona”
“Prima di arrivare al Trieste-Salario – racconta Nicola Coppola – ho fatto la gavetta in alcune botteghe del centro, tagliando i capelli a personaggi come Vittorio Gassman, Mike Bongiorno e Andrea Giordana. Il negozio a via Chiana fu aperto nel 1956 da Franco, un barbiere di vecchia tradizione che aveva imparato il mestiere praticamente da solo. La sua era un’arte al naturale. Con Leonardo abbiamo rilevato l’attività da lui e ogni giorno cerchiamo di mantenere vivo il gusto di una bottega classica». Poco conta se a entrare per un taglio dei capelli sono persone comuni o personaggi dello spettacolo e della politica: «Questo lavoro per me è un’occasione d’incontro e di conoscenza. Molte persone qui si lasciano andare a confidenze personali. Sentono che il dialogo, quando sono seduti sulla poltrona del barbiere non è formale. Un personaggio che ricordo volentieri? Il presentatore Corrado col suo sorriso». Quanto alle differenze tra ieri e oggi, Nicola non ha dubbi: «La clientela è cambiata: ora ci sono molti più residenti di estrazione borghese e tra loro anche le giovani generazioni. Le idee politiche ora non sono più orientate a destra come in passato. C’è stata una chiara virata verso il centrosinistra».

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