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Starnuti e occhi arrossati: è tempo di allergie nel Trieste Salario

di Daniele Petroselli

È uno dei quartieri più verdi di Roma. Il Trieste-Salario offre scorci naturali e colori incredibili, soprattutto in primavera. Uno spettacolo per gli occhi, un po’ meno per chi soffre di allergie. Guardando i dati Istat, le persone affette da malattie allergiche croniche in Italia nel 2016 sarebbero il 10,7 per cento della popolazione.

Nelle città però il dato è decisamente più alto. Nello spazio di pochi metri infatti è possibile trovare una varietà molto alta di specie, che può creare problemi a causa dei suoi fiori (seppur belli) o dei pollini. Basti pensare a Villa Ada, che con i suoi 180 ettari domina la parte nord del quartiere. Solo nel suo orlo esterno, a via Salaria, sono decine tra alberi e piante che abitanti e semplici passanti possono incontrare. “Qui abbiamo dal pino domestico all’alloro, fino ad arrivare a olmi, cedri e aceri – spiega Riccardo Virgili, esperto in botanica e presidente dell’associazione Inforidea idee in movimento – e la diffusione dei pollini, specie per ippocastani e pioppi, è abbastanza evidente in questo periodo, anche se il livello di allergenicità è moderato”.

Per non parlare poi di via Nomentana, dove gli spazi verdi abbondano. A partire dai numerosi e imponenti platani che dividono le carreggiate. Anche qui tanto polline e alto grado di allergia. Solo ai limiti di questa arteria chiave per il quartiere (e la città) troviamo preziosi angoli di verde dove le varietà di piante e alberi possono essere centinaia. Chiaro esempio è Villa Paganini, che presenta palme californiane ma anche diverse qualità di aceri, tra cui il più diffuso campestre che può creare problemi respiratori a chi soffre di allergia.

Proseguendo verso nord poi eccoci a Villa Leopardi e Villa Chigi, due piccole perle nel cuore del quartiere, a due passi dalle vie più trafficate. “Qui i rischi per chi ha problemi di allergia sono più elevati per la presenza di ligustri, della famiglia delle oleacee, che tra aprile e giugno hanno il loro massimo per quanto riguarda l’impollinazione”, afferma Virgili. Meno problemi invece nella seconda area verde, dove incontriamo prevalentemente piante della famiglia delle leguminose, ma anche lecci, imponenti e spettacolari, che hanno un grado non molto elevato di “pericolosità”. “Anche perché – ci ricorda l’esperto – l’impollinazione avviene prevalentemente mediante gli insetti, soprattutto per le piante della famiglia delle fabacee e le robinie. Anche se i casi di allergia sono segnalati prevalentemente in Spagna e in Portogallo”.

Nelle strade interne del quartiere poi possiamo trovare davvero di tutto e i rischi sono forse più concreti. Corso Trieste ne è la prova, perché qui da un metro all’altro è possibile vedere platani ma soprattutto pini domestici e marittimi: “Alcuni pollini di queste specie tendono a causare i sintomi di febbre da fieno, mentre alcune specie di questi alberi tendono a creare irritazioni cutanee”, conferma Virgili. Per non parlare poi di avena, malva e orzo selvatico che possiamo trovare nei cespugli delle principali vie. Soprattutto le prime due sono un vero tormento per chi è allergico alle graminacee.

Tante però anche le piante ornamentali che in questo periodo si mostrano in tutto il loro splendore, come gli alberi di Giuda in viale Gorizia, mentre arrivando fino a viale Somalia possiamo incontrare altri imponenti aceri americani, “le cui infiorescenze maschili producono polline che può essere allergizzante”. La bellezza (irrinunciabile) del verde ha i suoi inconvenienti: conoscerne le caratteristiche però è già un passo avanti.

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