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Ripartono le librerie del quartiere. La cronaca di un successo

di Paolo Riggio

“Sembra il primo giorno di scuola, le librerie sono mancate a tanti. La nostra riapertura è un bel segnale per questo Paese”. Giuseppe Mei, direttore della Feltrinelli di viale Eritrea è entusiasta. Il motivo? Oggi, lunedì 20 aprile, è stato il grande giorno. Le librerie, dopo quasi due mesi di chiusura, sono ufficialmente riaperte a Roma, nel Lazio e nei nostri quartieri.

Distanza di sicurezza di un metro. Entrate scaglionate. Mascherine obbligatorie e guanti consegnati all’ingresso dai librai. Nulla, in quanto a sicurezza, è stato lasciato al caso. Perché leggere non sarà un bene di prima necessità, ma resta una passione forte e inarrestabile che questa quarantena ha probabilmente risvegliato dal torpore.

Ingressi contingentati alla Libreria Tra le Righe

LA FELICITA’ DEI LIBRAI
Che siano grandi o piccole poco importa. Che siano nel Trieste-Salario o nel Flaminio-Parioli, ancora meno. In tutte le librerie è sembrato di assistere ad un inno alla gioia. Alla Koob di piazza Gentile da Fabriano ad esempio, si è fatto festa come non accadeva da tempo. “Che sorpresa la fila per entrare in libreria, questa quarantena ha fatto capire alla gente che leggere riempie la vita”, spiega Maria Elena Cortelazzi, titolare, che prosegue: “Sono venuti in tanti, uno dietro l’altro. In alcuni momenti si è creata addirittura una lunga coda stile supermercato. Mi auguro che la riapertura delle librerie crei una reazione a catena. Dobbiamo riaprire tutto, la vita normale deve ricominciare”.

Gli fa eco il già citato Giuseppe Mei della libreria Feltrinelli di viale Eritrea che sottolinea il grande entusiasmo dei lettori: “La voglia di leggere è tornata. Stamattina abbiamo assistito ad un’invasione, non è stato facile far rispettare tutte le misure di sicurezza per quanto la gente voleva entrare in libreria”.

I LETTORI TRA GIOIE E TIMORI
Sfogliare. Odorare. Toccare. Assaporare i libri. I cittadini non hanno perso tempo. Hanno sfidato anche il maltempo per rivivere queste sensazioni. “Ho comprato quattro libri, due di Sepulveda – dice Andrea Nesi, 29 anni, residente in via Gorizia all’entrata della libreria Tra le Righe – Ripartire dalla cultura è un segnale importante. E poi mi sembra tutto ben organizzato, anche nelle librerie più piccole dove si entra uno alla volta”.

Fila composta fuori dalla Libreria pagina 272

Andare in libreria è un’altra cosa, non c’è servizio online o d’asporto che tenga. “Passare del tempo qui dentro per un appassionato è tutto – spiega Francesca Cervi, 26 anni, residente in via Guido Reni – poter sentire l’odore dei libri, avere tutta questa cultura a portata di mano mi è davvero mancato”.

Non è mancata tra i cittadini qualche polemica. “Oggi ho visto molti clienti un po’ distratti che volevano entrare subito senza aspettare – dice Claudia Ralli, 45 anni residente in via Piave, all’ingresso della libreria Minerva di piazza Fiume – I librai hanno affisso tutte le norme da rispettare all’ingresso, sono stati molto chiari. Mi auguro che la gente capisca che siamo ancora in emergenza e che un po’ di fila in più non farà male a nessuno”.

Entusiasmo sì, qualche polemica certo, e anche un po’ di paura. “Non so se riaprendo sia stata presa la scelta giusta – spiega Maria Grazia Santerri, 57 anni, residente in viale Liegi all’entrata della libreria Pagina 272 di via Salaria – Sia noi lettori che i librai siamo chiamati ad una grande responsabilità, vale a dire far rispettare e rispettare le norme anti contagio. Mi sembra che qui si sia partiti col piede giusto”.


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