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Quelle 58 “domande” degli anti-vaccini nel Trieste-Salario

di Daniele Galli

Alla Asl Roma 1, quella in cui rientra il Trieste-Salario, il direttore del centro vaccinazioni Roberto Ieraci sostiene che queste persone rappresentino una percentuale assolutamente marginale. «Sono meno dell’un per cento della popolazione. Il problema, semmai, è che fanno tanto rumore». Sono i no vax, paladini del ritorno al Medioevo, alfieri del complottismo, custodi delle antiche tradizioni secondo le quali ci si immunizza a un morbillo party, mica vaccinandosi. Alcuni di questi hanno spedito alla Asl Roma 1 (e per conoscenza «al Sig. Sindaco del Comune di Roma») una raccomandata che contiene una lunga serie di quesiti a dir poco preoccupanti sia nella forma che nella sostanza. È un bestiario: cinquantotto domande su questioni di ordine scientifico e giuridico da chi non sa nulla di medicina e di giurisprudenza, ma su Google, evidentemente, va alla grande.

Le vaccinazioni nel quartiere
«Queste domande non ce le hanno poste per avere delle rassicurazioni, ma per poterci replicare di sentirsi insoddisfatti delle risposte ricevute», spiega Ieraci. Che una rassicurazione la dà invece ai genitori del Trieste-Salario: «Stando ai dati del 2017, la situazione della copertura vaccinale della Asl Roma 1 riflette quella della Regione Lazio. Per la esavalente è circa del 96 per cento, per il morbillo siamo al 95,2. Grazie alla legge sull’obbligo vaccinale, moltissimi bambini sono ora coperti. La Regione – aggiunge – ha previsto di “irrobustire” l’anagrafe vaccinale e questo ci aiuta moltissimo. Il software ci permette di seguire il bambino negli eventuali spostamenti di residenza e di fare dei controlli». Sotto questo profilo, il Lazio è all’avanguardia. Mentre in sei Regioni –  Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia – un’anagrafe vaccinale informatizzata non esiste proprio. Secondo la Asl Roma 1 non c’è da preoccuparsi. Però la raccomandata che hanno ricevuto, e che RomaH24 ha avuto modo di visionare, è un’autentica antologia delle castronerie che circolano sul web. Questi genitori si rivolgono così a Ieraci: «Le sue informazioni ci consentiranno di valutare il rapporto rischio/beneficio per nostra figlia e ci daranno elementi validi attraverso i quali poter assumere una decisione fondata, in quanto i medici o addetti ai lavori (addetti ai lavori?, ndr) da noi interpellati non ci hanno dato risposte sufficientemente esaurienti».

Il bestiario dei no-vax
Ricapitolando: una coppia di genitori non medici si rivolge a un medico pretendendo di avere risposte migliori di quelle incassate da altri medici. Altrimenti amen, niente vaccino. Alla Asl Roma 1 la scelta. Nel dubbio, però, i no vax chiedono a Ieraci di «consultare e fotocopiare le schede tecniche originali approvate dalla Fda americana (acronimo di Food & drug administration, ndr) inserite nel Physicians’ Desk Reference che contengono l’80 per cento di informazioni in più delle corrispondenti schede italiane». Ovvio. Meglio approfondire. Con Google, naturalmente.

L’antologia
Ecco di seguito alcuni dei quesiti posti dai genitori Al punto 3: «Ci può fornire i foglietti illustrativi che accompagnano la confezione dei vaccini che si utilizzano in questa Asl e comunicare i dati, oppure i riferimenti bibliografici, delle sperimentazioni in base a cui i vaccini sono stati omologati?». I riferimenti bibliografici. Scrivono proprio così. Al punto 7 chiedono alla Asl Roma 1 «quali siano le coperture vaccinali nel mondo». E specificano cosa intendono per “mondo”: «Usa, Giappone ed Europa». Africa? Sudamerica? Oceania? Asia, oltre al Giappone? No, no. Solo Usa, Giappone ed Europa… Quale paese in Europa? Non è specificato.
Il punto 8 rappresenta la sublimazione del pensiero no vax: «Nei casi che vi sono stati negli ultimi anni di tetano, poliomielite, difterite, epatite B e quindi pertosse, qual è la percentuale di persone vaccinate e non?». La domanda è formulata a trabocchetto: parte cioè dal presupposto che delle persone vaccinate si siano comunque ammalate. Idem al punto 29: «Come avviene la segnalazione, da parte di un pediatra, di danno da vaccino?». Anche in questo caso, i no vax non chiedono se esista o meno un danno: lo danno per scontato.

Le “mutazioni violente”
Il punto 52 evoca scenari da “Notte dei morti viventi”: «Con una pratica vaccinale del nostro tipo, non si rischia di provocare mutazioni violente delle malattie, trasformandole in malattie anche per adulti, e di lasciarci poi con una inadeguata immunità da passare ai nostri figli?». E concludono così, la loro osservazione: «Non si creano così generazioni sempre più deboli?».
Verrebbe da rispondere: ma certo che si creano, dopotutto è questo l’obiettivo del complotto ordito da Big Pharma – la multinazionale delle industrie farmaceutiche – con la complicità dell’Ordine mondiale dei medici. Ma l’argomento è troppo serio per fare del facile sarcasmo: bisognerebbe invece capire quante possibilità hanno – queste persone – di recuperare il loro gap culturale. Per loro stessi e per i loro figli. È questo l’obiettivo del complotto ordito da Big Pharma – la multinazionale delle industrie farmaceutiche – con la complicità dell’Ordine mondiale dei medici.

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