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Porta Pia, alla scoperta del museo dei Bersaglieri

di Antonio Tiso

Luci della storia su Porta Pia è una manifestazione ormai consolidata. Siamo alla quinta edizione. A volte c’è così tanto pubblico che dobbiamo lasciare qualcuno fuori. Quando Michelangelo disegnò la Porta, non poteva certo immaginare le nostre necessità”. Il Colonnello Biancone, in qualità di direttore, si appresta ad aprire le porte Museo Storico dei Bersaglieri a Porta Pia. Dal 18 al 23 settembre, nel Cortile Museale, si terrà la quinta edizione di un Festival che ormai richiama pubblico da tutto il Trieste Salario, da Roma ma anche da altre città italiane.
RomaH24 ha visitato gli spazi del Museo per farsi raccontare dal colonnello la storia di questo luogo, che oggi per molti è una sorta di spartitraffico, ma resta a tutti gli effetti un luogo storico. Qui il 20 settembre del 1870 venne aperta la breccia che completò l’Unità d’Italia. Il 2018 sarà il 148esimo anniversario.

Storia del Museo
Il Museo è nato a Trastevere a inizi ‘900 alla caserma La Marmora. Quando divenne più grande, negli anni Venti, il Comune di Roma conferì la sede attuale in concessione permanente. L’Associazione Nazionale dei Bersaglieri offrì un terreno a via Induno come moneta di scambio. Spostare il museo a Porta Pia fu una scelta simbolica. Nel ’32 ci fu l’inaugurazione. In quegli anni nacque il monumento al Bersagliere a opera dello scultore Morbiducci. La statua rappresenta il bersagliere in uniforme in una versione idealizzata. Fu eretta grazie a una raccolta fondi, i cui donatori versarono 1 lira a testa. Tra questi Benito Mussolini, Cesare Balbo e Ugo Ojetti.

Storia della porta
La porta non è di età romana, anche se è incastonata nelle Mura Aureliane. “La parte monumentale, rivolta verso via XX Settembre, fu edificata sotto papa Pio IV alla fine del Cinquecento. Il disegno fu di Michelangelo Buonarroti. La parte esterna rivolta verso via Nomentana rimase grezza fino al ‘700, quando su disegno dell’architetto Vespignani acquisì l’aspetto odierno. All’epoca era sede dei militari e fungeva da dazio. Il rione Sallustiano non esisteva ancora, a parte alcune ville. Ma lo stesso Quirinale, dove alloggiavano i papi, era al confine tra la città e la campagna.”

Il corpo dei bersaglieri
Il corpo dei bersaglieri nacque nel 1836 e partecipò a tutti gli eventi militari della storia d’Italia. La Marmora fondò questo nucleo di soldati con lo scopo di dotare l’esercito sabaudo di militari rapidi, preparati, armati in modo moderno e capaci di camuffarsi nell’ambiente. La Marmora veniva da una famiglia della piccola nobiltà piemontese. Era originario di Biella e univa la preparazione militare alle competenze matematiche. Riuscì così a ideare un fucile moderno che aboliva la retrocarica e poteva sparare sino a sette colpi in due minuti. Una rivoluzione per l’epoca.”

Il Museo e le sue attività
Il Museo raccoglie cimeli e materiale archivistico. Le acquisizioni non hanno costi per lo stato italiano. Le spontanee donazioni delle famiglie di bersaglieri arricchiscono che offrono cimeli, documenti d’archivio e opere d’arte. Questo materiale oggi serve a ricostruire la storia del corpo. Ci sono lettere alle famiglie, diari di guerra. Ora stiamo svolgendo un lavoro di riordino e indicizzazione. Molti elementi sono testimonianze di vita quotidiana. Il museo ha 5 sale tematiche: Fondazione, Risorgimento, Prima guerra Mondiale, Seconda Guerra Mondiale e infine Sala dell’oltre mare (raccoglie materiali relativi alle guerre coloniali, vestigia delle tue guerre nel Corno D’Africa e poi missioni più recenti: Libano, Iraq, Afghanistan).”
Le principali funzioni del Museo sono tre: raccolta e conservazione della memoria, luogo di ricerca per studiosi e poi museo vero e proprio. Attualmente lo spazio è chiuso al pubblico. A partire dal febbraio 2016 sono in corso i lavori di adeguamento alle recenti leggi in tema di accessibilità al pubblico, ma ora la situazione è bloccata e servono alcuni fondi per concludere il tutto. Prima c’erano orari di visita. Adesso organizziamo visite con scuole e associazioni del quartiere, si fa un giro esterno, senza entrare nella sale. Per esempio, rifacciamo la strada che fecero i bersaglieri il 20 settembre 1870.
Un’altra attività che portiamo avanti è l’alternanza scuola-lavoro. Gli studenti della Torricelli sono stati qui per un lavoro di catalogazione di alcuni cimeli.
Poi il Dipartimento di Scienze dell’Università Roma 3 fa un monitoraggio del microclima del Museo per capire in che modo l’ambiente climatico interno e l’inquinamento ambientale esterno incidono sulla conservazione dei reperti. Questo permetterà di elaborare la migliore strategia per conservare i materiali raccolti nel Museo.”

L’Associazione Nazionale dei Bersaglieri
Viviamo in simbiosi con l’Associazione Bersaglieri. Sono in congedo, vivono in tutta Italia e con loro portiamo avanti il progetto ‘Adotta un cimelio’. Ogni paese ha la sua sezione e organizza un crowdfunding per restaurare un cimelio”.

Le manifestazioni
Le manifestazioni che organizziamo sono due all’anno, il 18 giugno, in occasione della ricorrenza della fondazione del corpo, e il 20 settembre per la commemorazione della breccia. Luci della Storia è un evento che non costa nulla allo stato, avviene tramite donazioni di privati. L’autofinanziamento avviene tramite l’associazione.”

SFOGLIA la fotogallery

LEGGI lo speciale su Luci della storia (a cura di Marco Liberati)

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